La storica “Pizzeria dal Presidente”, ubicata nel cuore del centro storico di Napoli, è stata sottoposta a sequestro nel corso della mattinata odierna, martedì 14 maggio, nell’ambito di una indagine anti riciclaggio della Guardia di Finanza e della DDA di Napoli. Una delle pizzerie più celebri della città, venne chiamata così perché fu aperta dal pizzaiolo che preparò la pizza a presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, durante una visita a Napoli.
Il locale si trova in uno dei due decumani del capoluogo partenopeo, via dei Tribunali, una meta turistica tra le più frequentate della città.
La pizzeria figura tra i beni sequestrati oggi dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli per un ammontare complessivo stimato in circa 3,5 milioni di euro.
La Dda partenopea contesta il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra. La pizzeria è stata sequestrata dai finanzieri insieme con altri beni.
Figura anche un poliziotto, oggi in servizio alla stradale di Avellino, tra le cinque persone arrestate oggi nell’ambito dell’indagine del Gico del Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Napoli e della DDA sulle attività di riciclaggio del clan Contini, componente di rango della federazione malavitosa denominata “Alleanza di Secondigliano”. L’agente è stato condotto ai domiciliari dai finanzieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Gli viene contestata l’intestazione fittizia di una società per la produzione e vendita di prodotti da forno.
L’impresa di ristorazione sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla “protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente a una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Le risultanze investigative e dei social network avrebbero permesso di stabilire che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli gravato da numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della vendita di prodotti da forno.
Le indagini, supportate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avrebbero consentito di appurare anche la fittizia intestazione di un’impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio siti nel capoluogo partenopeo.
Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto di beni immobili ben 412.435 euro versati in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Il denaro è stato sequestrato oggi insieme con le quote delle società, l’impresa individuale e gli immobili intestati a prestanome: il valore complessivo è stato stimato in oltre 3,5 milioni di euro.