“Siamo tutti nel mirino di qualcuno che non ha le palle di sparare”: questa la frase apparsa nelle stories di “Instagram” di diverse persone legate alla camorra di Ponticelli.
I due colpi d’arma da fuoco indirizzati agli arti inferiori del 52enne Antonio Meo, lo scorso sabato 27 aprile, rappresentano l’ultimo atto di una serie di eventi violenti che si erano avvicendati negli ultimi tempi. Sulla faida di camorra in corso tra i De Micco e il cartello costituito dagli altri gruppi operanti sul territorio è calato il silenzio dopo i fatti dello scorso 29 marzo. Diverse le frecciatine che si susseguono sui social network da quel momento, come dimostra l’ultimo frame rilanciato all’unanimità da diversi profili già nelle ore precedenti alla gambizzazione di Meo. Un messaggio che ha continuato a circolare sui social anche nelle ore successive all’agguato.
Impossibile stabilire se ci sia un collegamento tra quel messaggio e il raid indirizzato a Meo o se si tratti dell’ennesimo atto della faida virtuale in corso, oramai da diverse settimane. L’unico elemento certo è l’intenzione di denigrare e schernire i rivali, identificando nella mancanza di attributi le motivazioni che hanno introdotto la calma che ha interrotto bruscamente le ostilità.