Una pioggia di fuochi d’artificio che non è passata di certo inosservata, quella andata in scena dalle 21 alle 21.30 di sabato 27 aprile in via Luigi Franciosa a Ponticelli, quartier generale del clan Casella.
Uno spettacolo pirotecnico lungo e fragoroso che non ha attirato l’attenzione dei cittadini solo per questo: poche ore prima, a circa un chilometro di distanza dal fortino dei Casella, è stato gambizzato il 52enne Antonio Meo, stimato essere vicino proprio alla cosca di via Franciosa. Almeno fino a poco tempo fa. Un fatto supportato dalle “amicizie virtuali” che spiccano sui profili social di Meo e dei suoi familiari.
Meo è stato ferito agli arti inferiori da due colpi di calibro 7,65 sul corso Ponticelli: ai poliziotti ha riferito di essere stato raggiunto da un sicario incappucciato, mentre era seduto sui gradini di un centro multiservizi in compagnia della moglie.
Motivo per il quale i residenti in zona non hanno potuto fare a meno di associare quel lungo e plateale spettacolo pirotecnico all’agguato andato in scena qualche ora prima. Qualora dovesse esserci un effettivo collegamento tra i due fatti, prenderebbe sempre più forma l’ipotesi di un regolamento di conti legato al business dello spaccio di droga che coinvolge i clan operanti nella zona del quartiere dove negli ultimi tempi si registra un notevole incremento della vendita di stupefacenti. Corso Ponticelli, viale Margherita, rione Santa Croce, “lo stretto”: queste le zone in cui si registra una dilagante escalation dell’attività di spaccio. Piazze di droga che spuntano come funghi e che concorrono a rendere il clima invivibile.
Di contro, in via Luigi Franciosa, zona denominata in gergo “aret’ a barr”, attualmente controllata da una paranza di ragazzini capeggiati dalle donne del clan Casella, l’attività di spaccio di stupefacenti rappresenta una delle principali fonti di foraggiamento delle casse di un’organizzazione che dopo le batoste incassate per effetto degli ultimi blitz, sta cercando di risalire la china, come dimostrano i fatti recenti. Una premessa che in più circostanze è già sfociata negli spari e che ha fatto registrare diverse tensioni nell’arsenale dei Casella che appaiono tutt’altro che intenzionati ad accontentarsi delle briciole.