Cresce la tensione tra le strade di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli dove anche in assenza di spari ed azioni eclatanti la camorra continua a far sentire la sua temibile presenza. Una minaccia costante, percepita con apprensione e impotenza dai civili che temono un’imminente escalation di violenza. Tra le strade del quartiere, in particolare nel fortino del clan D’Amico, il rione Conocal, teatro di una recente “stesa”, i residenti in zona percepiscono in maniera palpabile il clima di crescente tensione criminale che si registra tra l’organizzazione radicata in quella sede e l’egemone clan De Micco.
Appena una settimana fa si è verificata un’incursione armata da parte dei De Micco nel fortino dei D’Amico. Un’azione voluta per intimorire i rivali e lanciare un segnale minatorio all’intero cartello costituito dai reduci delle organizzazioni rimaneggiate dagli arresti recenti.
Poco dopo l’una di lunedì 8 aprile, i residenti in zona hanno riferito di aver udito una serie di colpi di pistola. Chi ha scorto il commando mentre si dileguava assicura che in strada non erano presenti “obiettivi sensibili”. Non si è trattato, quindi, di un tentato agguato, ma di un’azione a scopo intimidatorio che ha visto un commando fare irruzione nel fortino dei D’Amico per esplodere una raffica di colpi d’arma da fuoco. Un episodio che ha concorso ad accrescere la tensione tra le fazioni camorristiche entrate in conflitto per il controllo del territorio.
Su un fronte i De Micco, il clan attualmente egemone a Ponticelli, forte del supporto dei Mazzarella, mentre sull’altra sponda prende forma un cartello camorristico costituito da tutte le fazioni che hanno un conto in sospeso con i cosiddetti “Bodo”. I clan storicamente ostili alla cosca fondata dai fratelli Marco, Salvatore e Luigi De Micco starebbero mirando al fronte comune per osteggiare la leadership dei rivali. I due focolai più espressivi del cartello nascente sono il gruppo del rione De Gasperi e i D’Amico del Conocal. Un’alleanza rinsaldata dal legame che intercorre tra “Zamberletto”, il ras dell’isolato 17 dell’ex fortino dei Sarno e i fratelli D’Amico, fondatori dell’omonimo clan. Ambedue le compagini sono capeggiate da esponenti della vecchia generazione di camorristi che si fece spazio contestualmente al declino del clan Sarno. Il ras del rione De Gasperi, scarcerato da qualche anno, dopo aver scontato la condanna incassata per le estorsioni praticate a Carmine Sarno detto Topolino, non ha mai smesso di ostentare un atteggiamento dal quale trapela la viva intenzione di marcare la scena camorristica da protagonista. I fratelli D’Amico, entrambi detenuti, dal loro canto, hanno valide ragioni per covare odio verso i De Micco: nel 2015, in un clima tutt’altro che dissimile da quello che si respira attualmente, i “Bodo” riuscirono a conquistare il controllo del territorio mettendo la firma su un agguato eccellente, quello di Annunziata D’Amico, sorella dei fondatori del clan che in quel momento ricopriva il ruolo di reggente dell’organizzazione di famiglia.
Rancori, vendette, ma anche interessi di carattere economico, in primis, quelli riconducibili al controllo delle piazze di droga, il business illecito che più di ogni altro garantisce proventi alle organizzazioni camorristiche del quartiere.
Una serie di fattori che concorrono a rendere il clima comprensibilmente teso, seppure un altro dettaglio concorre a minare la serenità dei cittadini che hanno segnalato alla nostra redazione uno scenario ben preciso e assai temuto: l’imminente scarcerazione di una figura apicale della famiglia/clan D’Amico che dal carcere starebbe già impartendo strategie e direttive ai suoi gregari. Si tratterebbe di un parente diretto dei cosiddetti “fraulella” che in seguito all’omicidio di Annunziata D’Amico rinunciarono alla vendetta immediata, per un motivo ben preciso: la morte della donna-boss doveva essere vendicata da un uomo nelle cui vene scorre il sangue dei D’Amico. Proprio questa scarcerazione che dovrebbe avvenire a breve, unitamente allo scenario che attualmente si sta delineando a Ponticelli, induce i civili a temere quello che potrà accadere quando quella figura camorristica di primo ordine farà ritorno nel Conocal.