“Devi fare la stessa fine di Pio, Valda regna” e ancora “ti devo picchiare tutti i giorni”: sono solo alcuni dei messaggi apparsi sui social network e rivolti a uno dei testimoni nel processo che vede imputato Francesco Pio Valda e altre sei persone accusate, a vario titolo di averne coperto e favorito la fuga, dopo che il 20 marzo del 2023 avrebbe ucciso Francesco Pio Maimone, pizzaiolo 18enne di Pianura, colpito da un proiettile vagante, mentre trascorreva una serata con gli amici agli chalet di Mergellina.
Nell’ambito di uno scontro tra bande, Francesco Pio Valda avrebbe impugnato la pistola, dopo aver ricevuto un pestone che gli ha sporcato una scarpa e avrebbe sparato diversi colpi ad altezza d’uomo, uno dei quali colpì l’innocente Francesco Pio Maimone, estraneo alla lite.
Un chiaro segnale intimidatorio, peculiare del modus operandi camorristico, indirizzato a uno dei testimoni chiave del processo in corso presso il Tribunale di Napoli.
Lo scorso 7 marzo, al termine della prima udienza, fu proprio il legale della famiglia Maimone, l’avvocato Sergio Pisani, a denunciare il “clima di intimidazione” che contraddistingue il processo in corso. Nel corso dell’udienza precedente è stato ascoltato in aula uno dei titolari degli chalet, nei cui pressi avvenne l’omicidio, assente ingiustificato, invece, il titolare di un altro chalet. La circostanza spinse il giudice a decidere per l’accompagnamento coatto del testimone che dovrebbe conferire giovedì prossimo, 28 marzo.