Le sorti delle 656 famiglie distribuite nei 28 isolati che costituiscono il rione De Gasperi di Ponticelli sembrano essere minate da due diversi scenari camorristici che nell’arco dell’ultimo mese si sono spesso tradotti in raid intimidatori ed azioni eclatanti.
Due scenari riconducibili a due soggetti distinti, entrambi residenti nell’ex fortino dei Sarno. Entrambi, negli ultimi tempi, si sono messi in evidenza assumendo condotte che non sono di certo passate inosservate. Proprio a questi due distinti scenari sarebbero associati i raid che dallo scorso 18 gennaio si avvicendando nel rione. L’ultimo risale a meno di 24 ore fa.
Il primo scenario riconduce al rampollo di casa Amitrano, giovanissimo e sfrontato, galvanizzato dalla recente scarcerazione contestualmente alla quale hanno preso il via i recenti raid e che narrano di automobili divorate dalle fiamme, diversi ordigni esplosi, fino all’episodio più recente che secondo quanto riferito dai residenti in zona avrebbe visto protagonista proprio il giovane che avrebbe indirizzato una raffica di proiettili verso due coetanei, mentre era a bordo di una Fiat 500 X di colore nero.
Il secondo, invece, riguarda un “volto noto” del rione, un pregiudicato tornato in libertà da pochi anni e che in più circostanze è finito nel mirino dei rivali.
Sullo sfondo, il business della droga che nel rione De Gasperi, così come nella maggior parte delle strade e rioni controllati dalla camorra, rappresenta il perno portante dell’economia criminale.
Nel rione De Gasperi si rileva la presenza di diverse piazze di droga distribuite tra i 28 isolati e gestite da soggetti diversi. Uno dei rioni più redditizi in tal senso, soprattutto per la presenza delle piazze più quotate del quartiere, se non dell’intera ala orientale della città di Napoli: quelle radicate negli isolati 2 e 3. In particolare, il supermarket della droga dell’isolato 2, assicura un guadagno mensile di circa mezzo milione di euro. Aggiungendo a questa cifra gli introiti racimolati dalle altre postazioni presenti nel rione, viene da sé che si raggiunge una somma considerevole e quindi appetibile.
Proprio per questo motivo, in più circostanze, quando gli aspiranti leader della camorra locale intendevano infliggere un duro colpo all’organizzazione egemone puntavano sulle piazze di droga, bloccando le vendite. Sarebbe proprio questo lo scenario che anche attualmente si respira nel rione De Gasperi.
L’aspirante ras avrebbe imposto lo stop forzato a tutte le piazze di droga presenti nel rione, tenute a versare una tangente all’egemone clan De Micco. Presentandosi al cospetto dei gestori delle piazze radicate nella zona in cui vive e pretendendo di vedersi corrispondere a sua volta una tangente, il ras ha ottenuto il risultato auspicato intavolando un pericolosissimo braccio di ferro con i cosiddetti “Bodo” che in passato hanno più volte sedato questo genere di dispute provvedendo ad assassinare “il ribelle”, colui che avrebbe osato sfidare i leader di Ponticelli, oltretutto indirizzandogli un chiaro affronto.
In questo contesto si collocherebbe l’ordigno esploso nel tardo pomeriggio dello scorso 20 febbraio, proprio a ridosso dell’edificio in cui vive il ras ribelle. Motivo per il quale quel raid risuona come un esplicito avvertimento. Un fragoroso invito ad indietreggiare, esattamente come era accaduto in passato quando la sua auto fu incendiata e lo stesso soggetto finì al centro di altri raid intimidatori. Nei giorni precedenti all’esplosione dell’ordigno nei pressi degli isolati 17 e 18, proprio nella fetta di rione dove vive il ras, i residenti in zona riferiscono di aver assistito ad altre scorribande armate che a tutti gli effetti rappresentavano un avvertimento per il ras intenzionato ad espandere il suo raggio d’azione. Un corteo di soggetti armati a bordo di scooter e moto avrebbe che inscenato una “scesa”, un’azione intimidatoria proprio nei pressi dell’abitazione del ras.
Non ricevendo alcun riscontro da parte del destinatario di quel messaggio minatorio che ha continuato ad adottare quella politica “di rottura”, i rivali hanno deciso di alzare il tiro, probabilmente consapevoli di approfittare di un momento di per sé caotico, in virtù delle fibrillazioni attualmente in corso nel rione anche per situazioni che esulano da questo scenario.
L’aspetto che in quest’ottica desta maggiore scalpore è l’incoscienza palesata dall’aspirante ras che allo stato attuale sta letteralmente sfidando la morte, consapevole che tutti coloro che, prima di lui, hanno provato a pestare i piedi ai De Micco in maniera analoga, sono sistematicamente finiti sotto terra.
Il controllo dei traffici illeciti, il potere, l’orgoglio, nei rioni in balia della camorra, valgono più di una vita umana. Ed è questo il motivo che porta gli interpreti della malavita locale ad alimentare le logiche violente, sprezzanti dei pericoli ai quali sono sovraesposti i civili, costretti, loro malgrado, a vivere in quell’inferno segnato dal degrado e sopraffatto dalla criminalità.