Secondo uno studio pubblicato sul Science nel 2022, la razza di un cane influenza solamente il 9% dell’espressione del suo comportamento; inoltre, questa frazione è quasi sempre esplicativa della capacità di obbedire o meno alle istruzioni degli esseri umani. Ergo, la stragrande maggioranza del carattere del nostro Fido è determinata dall’educazione che riceve e dall’ambiente in cui cresce. Quindi, la razza non c’entra nulla con l’aggressività.
Per retaggio culturale, riteniamo che specifiche razze di cani sono portate per dei lavori in particolare, infatti esistono cani da slitta, da caccia, da guardia e altri ancora. Purtroppo, tra le varie attività assegnate ai nostri amici e quattro zampe, c’è stato un tempo buio in cui era normale parlare di cani da combattimento: se oggi i rottweiler e i pitbull sono considerati cani aggressivi è per colpa di questa comunicazione; semmai una di queste razze attaccasse in maniera sconsiderata e ferale un altro cane o una persona, non dipenderebbe dalla sua razza bensì dalla sua educazione.
Bisogna anche precisare che, se la rabbia non è innata in alcune razze, qualsiasi cane potrebbe esprimere aggressività: questo avviene quando in nostri amici pelosi si sentono minacciati; infatti, i cani più piccoli, secondo uno studio, risultano essere più aggressivi, in quanto spaventati dalle nostre grandi dimensioni.
Dallo studio è anche emerso che molteplici fattori aumentavano la probabilità di comportamento aggressivo nei confronti delle persone: età avanzata, essere maschio, paura, corporatura piccola, mancanza di compagnia conspecifica ed essere il primo cane del proprietario. Anche la probabilità di comportamento aggressivo differisce tra le razze. Questi risultati replicano studi precedenti e suggeriscono che miglioramenti nell’educazione dei proprietari e nelle pratiche di allevamento potrebbero alleviare il comportamento aggressivo nei confronti delle persone, mentre gli studi genetici potrebbero rivelare fattori ereditari associati.