“I pazienti del Centro Trapianti di Cuore della Campania dovranno trasferirsi in altre Regioni a causa delle incredibili decisioni dei vertici del Monaldi.
Già oltre 30 famiglie hanno chiesto al Monaldi come attivare la procedura per il trasferimento in altre Regioni.
“Il 28 febbraio alle ore 10 faremo una manifestazione di protesta presso la Direzione Regionale per la tutela ed il coordinamento della salute (sita al Centro Direzionale di Napoli isola C) per chiedere alla Regione di non approvare l’Atto aziendale della Azienda dei Colli, che nei fatti cancella i posti letto del Centro trapianti di Cuore, chiude alcuni reparti inaugurati appena 5 anni fa, e disperde i fondi spesi e le professionalità mediche acquisite negli anni da medici che hanno ottenuti grandi successi nel campo dei Trapianti di Cuore”.
Lo annunciano i componenti del comitato genitori bambini trapiantati e trapiantati adulti.
“In ogni caso – si rende noto – ci stiamo organizzando per promuovere una causa collettiva, già molti sono gli avvocati che stanno dando disponibilità a supportarci. Abbiamo segnalato le gravi mancanze di trasparenza all’ANAC e prima del 28 febbraio invieremo una segnalazione alla Corte dei conti perché è necessario accendere un faro su ciò che accade al Monaldi. I fondi spesi sono una marea, non troviamo rendicontazione analitica e nei decreti la Regione scrive che sono da considerarsi spese “obbligatorie” perché ricomprese nei LEA. Dunque vogliamo sperare che sia “obbligatorio” anche garantire i LEA (livelli essenziali di assistenza) oltre che pagarli. Ma a questo penserà chi di competenza. Per ora il risultato di questo atto, se autorizzato, sarà altra migrazione sanitaria, soldi buttati ed un bilancio disastroso dal punto di vista del welfare Invitiamo tutti i cittadini a venire il 28 febbraio alle 10:00 al centro direzionale isola C3, perché ciò che accade al Monaldi è l’apice della metodologia di distruzione del diritto alla salute di tutti noi. Chiediamo insieme di non approvare un atto aziendale che, tra le altre cose, è antagonista degli atti di programmazione sanitaria regionale”, conclude la nota.