Torna alta la tensione tra le rovine dell’ex roccaforte dei Sarno, il rione De Gasperi di Ponticelli, nato nel secondo dopoguerra per garantire un alloggio temporaneo ai reduci del conflitto bellico e che invece da oltre mezzo secolo rappresenta l’unica soluzione abitativa per centinaia di famiglie, malgrado il piano di abbattimento degli edifici più datati della periferia orientale di Napoli sia partito contestualmente a quello delle Vele di Scampia.
Non solo degrado, disagi e disservizi frutto dell’incuria delle istituzioni, i residenti in zona sono costretti a fronteggiare anche le insidie della camorra, oltre che per l’acclarata presenza di dozzine di piazze di droga, ma anche per l’escalation di violenza che di recente, come spesso accade, è tornata a minacciare l’incolumità dei civili.
Almeno tre episodi in meno di un mese: l’esplosione di un ordigno lo scorso 18 febbraio, proprio a ridosso della piazza di droga più prolifera del rione, quella radicata nell’isolato 2, mentre di recente sarebbero state incendiate quattro auto. Tre nel penultimo raid e una nell’ultimo, andato in scena poche sere fa. Non è chiaro se nell’ultima circostanza si sia verificata anche l’esplosione di una bomba. I giornali non ne parlano, le forze dell’ordine non diramano comunicazioni volte a far luce sulla vicenda e a consentire ai giornalisti di accendere un riflettore su questa situazione concitata. Eppure, quelle bombe sono esplose e quelle auto hanno realmente preso fuoco. Una realtà che non può essere sicuramente ignorata dagli abitanti del rione, perchè l’unico dato di fatto oggettivo che trapela da questa inquietante sequenza di episodi a distanza ravvicinata è l’insorgenza di nuove fibrillazioni che ben presto potrebbero sfociare in una nuova faida di camorra. Questo lo scenario più temuto dagli abitanti del rione De Gasperi.
“Abbiamo paura per noi e per i nostri figli. Mentre il governo fa show e passerelle a Caivano, nel rione De Gasperi la camorra continua a fare i fatti”, affermano gli abitanti del rione, stanchi, esasperati e impauriti da una situazione che da un momento all’altro potrebbe sfociare nel sangue.
“Ci sentiamo letteralmente abbandonati al nostro destino.
Abbiamo paura di morire in casa nostra, perchè prima o poi succederà. Siamo consapevoli che toccherà a qualcuno andare incontro a una morte che si poteva evitare. Il solaio di qualche appartamento cederà e forse solo dopo che ci sarà scappato il morto le istituzioni si renderanno conto che non possono continuare a ignorarci. Anche noi siamo esseri umani e siamo cittadini italiani, napoletani, ma continuiamo a non vederci riconosciuti diritti e dignità.”
L’escalation di violenza ha concorso ad esasperare gli animi e ha fatto schizzare la tensione di nuovo alle stelle nel rione: “la situazione è diventata insostenibile. Abbiamo paura di parcheggiare le auto “nel posto sbagliato”, perchè se dovessero dare fuoco alla vettura parcheggiata accanto alla nostra, non avremmo neanche più un mezzo a disposizione per andare a lavorare. Abbiamo paura per i nostri figli che si ritirano la sera e possono trovarsi inavvertitamente coinvolti in un agguato o in qualche situazione spiacevole. Che cosa accadrebbe, se un poveraccio qualunque dovesse sorprendere quei malavitosi mentre piazzano una bomba sotto un’auto o le stanno dando fuoco? Sicuramente non la prenderebbero bene… ed è normale essere costretti a vivere in questo modo? E’ normale che un poveraccio deve avere paura di tornare a casa sua nel momento sbagliato?”
Un timore lecito e supportato dai fatti che si stanno susseguendo di recente. Seppure “la zona calda” del rione sia quella delle cosiddette “case murate”, in quanto è lì che sarebbero insediate le figure di spicco della malavita locale, ma a destare preoccupazione è anche la politica delle assegnazioni arbitrarie delle stesse abitazioni del rione, di cui la camorra continua a disporre come vuole. “E’ vergognoso che lo Stato permetta a questa gente di fare quello che vuole, disponendo anche dei beni di proprietà del comune di Napoli come meglio credono. L’amministrazione non riesce a gestire l’assegnazione degli alloggi e nel frattempo la camorra fa i suoi comodi e si sostituisce a comune. E’ normale che una famiglia perbene deve dormire con la paura di trovarsi in un guaio, perchè nell’appartamento accanto si è appoggiato il delinquente di turno?”
Lo scenario descritto dai residenti in zona introduce un quadro allarmante che riconduce ai dissidi tra il rampollo di casa Amitrano e i reduci del clan De Luca Bossa. Una resa dei conti attesa e prevista, malgrado la recente alleanza e che introduce un clima inquietante, fatto di dissidi e rancori che trovano la loro genesi nella faida tra i Sarno e i De Luca Bossa, ufficializzata dall’omicidio di Luigi Amitrano, giovane nipote dei Sarno e autista del boss Vincenzo Sarno. Proprio perchè in ballo c’è molto di più della semplice spartizione del territorio, le paure dei civili appaiono più che ben motivate.