Il Napoli, in questo campionato, fatica a creare buon gioco e fatica a vincere; lo dicono i numeri: alla ventunesima giornata (dopo il pareggio per 0-0 con la Lazio), nona posizione in classifica, a 22 punti dalla capolista Inter, 30 goal fatti (sono 50 quelli dei nerazzurri) e 25 subiti, una sola vittoria e solo cinque punti nelle ultime cinque partite. Di certo, non una bella figura per chi gioca con lo scudetto cucito sulla maglia.
Ma, appunto, non è sempre stato così: ci sono stati anni magici, come quelli dei tre titoli di Campioni d’Italia portati a casa, per la gioia di milioni di tifosi azzurri.
Un aspetto, in particolare, salta agli occhi. E non sono solo i 33 anni trascorsi tra lo scudetto dell’1989-1990 e l’ultimo in ordine di tempo, quello del 2022 – 2023. Si tratta invece dei protagonisti delle squadre che hanno portato la vittoria del Campionato a Napoli.
Se le due stagioni 1986-87 e 1989-90 avevano un protagonista assoluto, Diego Armando Maradona, quella dell’anno scorso spicca per una rosa di eccellenti giocatori: tutti sono stati fondamentali, nessuno è stato indispensabile!
Il primo scudetto con Maradona (e tanti altri)
A metà degli anni Ottanta, non c’era solo el Pibe de Oro in campo, ovviamente. Dieguito poteva contare su grandi giocatori del calibro dei difensori Renica, Bruscolotti, Ferrara e Ferrario, dei centrocampisti, Bagni, De Napoli e Romano, degli attaccanti Giordano e Carnevale. In porta, poi, c’era uno degli eroi dello scudetto dell’Hellas Verona (1984-85), Claudio Garella; in panchina sedeva un grande come Ottavio Bianchi.
Lo stesso Maradona non ha mai smesso di dire che quello scudetto era merito di tutta la squadra, ma nessuno potrebbe contestare che senza di lui e senza le sue dieci reti in 29 partite non sarebbe di certo finita allo stesso modo.
I nerazzurri, gli unici in quel campionato in grado di tener testa ai partenopei, cominciano a perdere terreno già a febbraio: perdono con la Roma, mentre il Napoli sconfigge il Torino; nel giro di qualche partita i punti di vantaggio degli azzurri passano da 4 a 7 e la volata finale, nonostante due pareggi, cuce lo scudetto sulle maglie di Maradona e compagni.
Il secondo scudetto: Maradona sì, ma non solo lui!
Tre anni dopo, all’ombra del Vesuvio, arriva il secondo scudetto.
Maradona non partecipa alle prime fasi del campionato, in quanto è impegnato oltre oceano nella Coppa America. Ma i suoi compagni non si fanno pregare e grazie all’incisività del nuovo mister, Alberto Bigon, e alle penetrazioni in campo di Mauro, Zola, Ferrara, Careca e Baroni, il Napoli rimane imbattuto per ben 16 turni.
Se per il primo scudetto la squadra che poteva impensierire gli azzurri era l’Inter, questa volta sono i diavoli rossoneri a complicare il cammino dei partenopei verso il secondo successo in Campionato.
Nel secondo scontro diretto, il Milan vince in modo inequivocabile (3 – 0, ribaltando il risultato dell’andata), ma il Napoli non molla mai la presa.
Un piccolo aiuto arriva da una moneta da 100 lire, lanciata dagli spalti nel match contro l’Atalanta: il centrocampista azzurro Alemão viene colpito e cade a terra. La partita si conclude sullo 0-0, ma il giudice sportivo, seguendo il regolamento in vigore all’epoca, attribuisce la vittoria a tavolino alla squadra del giocatore ferito: per il Napoli saranno dei punti fondamentali per agguantare il Milan in classifica.
Il torneo, però, si decide alla penultima giornata, quando i partenopei battono il Bologna al Dall’Ara per 4-2 e il Milan cade a Verona (2-1 per i gialloblu).
Il secondo scudetto arriva a Napoli!
Il terzo scudetto, un’impresa davvero corale
Trentatré anni dopo arriva il terzo scudetto: questa volta non ci sono né Maradona, né monetine da 100 lire ad aiutare i partenopei e la vittoria è di quelle che non lasciano adito a dubbi: cinque turni di anticipo! Solo quattro sconfitte, con Milan, Inter, Lazio e, a scudetto già vinto, Monza; la soddisfazione di aver sconfitto per ben due volte la Juve, all’andata per 5-1!
Ma come dicevamo, quella del terzo scudetto è un’impresa ancor più corale delle precedenti. In panchina, Luciano Spalletti guida una squadra fatta di grandi nomi e di grandi eroi.
C’è Osimhen, con tecnica, potenza e gol (tra cui quello che regala lo scudetto al Napoli); c’è Khvicha Kvaratskhelia, che con i suoi assist ha preso divinamente il posto di Lorenzo Insigne: chi avrebbe scommesso sul giovane georgiano? C’è, poi, il coreano Kim Min-Jae, che riesce a fare muro all’attacco degli avversari e subentra quindi perfettamente a Koulibaly; c’è il centrocampista Stanislav Lobotka e c’è il capitano Giovanni Di Lorenzo.
E poi non si possono non citare tutti gli altri grandi protagonisti dello scudetto: i difensori Alex Meret, Amir Rrahmani Amir Rrahmani e Mario Rui, i centrocampisti Anguissa e Zielinski e, infine, le riserve di lusso Simeone e Raspadori, che hanno saputo intervenire con dei goal fondamentali.
Il Napoli e i prossimi campionati
Insomma, tutto ciò per dire una cosa: se di Maradona ce n’è uno solo, lo scudetto dell’anno scorso è la dimostrazione che il Vesuvio sa attrarre una rosa di giocatori dalle grandi potenzialità, tali da condurre un campionato eccezionale, ricco di soddisfazioni, goal e bel gioco.
C’è solo da sperare che ora i tifosi del Napoli non debbano aspettare un’altra congiunzione astrale favorevole. L’ultimo scudetto è arrivato 3 anni dopo la morte di Maradona, 33 anni dopo l’ultimo Campionato vinto e 36 anni dopo l’ultimo mondiale vinto dall’Argentina (“3+6 = 9” = “3 volte 3”)!
Nel frattempo, i tifosi del Napoli possono supportare la squadra allo stadio e per le vie della città e possono divertirsi puntando sui risultati di calcio della propria squadra e di tutte le altre sui siti di scommesse non AAMS. In tutta sicurezza, si può scommettere su chi vincerà e su chi segnerà, sul numero di rigori e sul primo goal. Un modo, quello offerto dai siti scommesse non AAMS, per partecipare in maniera ancora più appassionata alle vicende della propria squadra.