Si aggrava la posizione dell’influencer Chiara Ferragni che è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l’ipotesi di truffa aggravata, non solo per la vicenda del pandoro Pink Christmas della Balocco ma anche per quelle delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi. Solo pochi giorni fa l’imprenditrice aveva rotto il silenzio sul caso Balocco con una nota: “In seguito a continue sollecitazioni ricevute da vari organi di informazione Chiara Ferragni, anche in qualità di Amministratore Delegato di TBS Crew Srl e di Fenice Srl, ribadisce che risponderà esclusivamente alle autorità competenti a cui conferma la propria fiducia ed è a loro disposizione per chiarire quanto accaduto”.
La notizia emerge dall’atto con cui la Procura milanese giovedì scorso, 18 gennaio, ha sollevato davanti al pg della Cassazione, che dovrà decidere a breve, il conflitto tra uffici del pm sulla competenza ad indagare per il caso del dolce natalizio della casa dolciaria in provincia di Cuneo. Tra i parametri per stabilire a chi spetta indagare sul caso Balocco ci sono il luogo dove si sono realizzati il presunto ingiusto profitto e il danno – che in questo caso è diffuso in tutta Italia – e come paletto residuale anche quale delle due Procure ha iscritto per prima gli indagati, ossia Chiara Ferragni e Alessandra Balocco. In provincia di Cuneo ha sede la Balocco, mentre a Milano le società dell’influencer. L’imprenditrice risponde quindi al momento di tre episodi con i legali rappresentanti delle società produttrici. Da quanto si è saputo, al momento non è ancora arrivato sul tavolo dei pm milanesi l’esposto annunciato da Codacons nei giorni scorsi e relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una “capsule collection” a edizione limitata realizzata insieme a Oreo.
La sponsorizzazione delle uova di Pasqua, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe avvenuta con lo stesso schema del pandoro. Cerealitalia, proprietaria del marchio Dolci Preziosi, a dicembre aveva spiegato che Ferragni ha percepito un cachet di 500mila euro nel 2021 e 700mila euro nel 2022 a fronte di una donazione di 36mila euro all’associazione “I bambini delle Fate”. In questo caso, però, le uova con la griffe avrebbero avuto lo stesso prezzo di quelle normali e non sono state vendute, come è accaduto per il pandoro, a un prezzo di superiore rispetto a quello di mercato. Il 18 gennaio poi Cerealitalia aveva fatto sapere di aver “fornito ai funzionari dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato tutta la documentazione utile, relativa alle uova di Pasqua ‘Dolci Preziosi – Chiara Ferragni’ 2021 – 2022”.
E nel mirino è finita anche la vendita della bambola Trudi, una limited edition creata dopo il matrimonio con Fedez e venduta tramite il sito e-commerce “The Blonde Salad”. “Tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore”, aveva detto Ferragni.