Tutti conosciamo il grande potere nutritivo dei legumi: ferro, calcio, potassio, proteine, magnesio e vitamine del gruppo B.
Fagioli, lenticchie, fagioli di rene, ceci, piselli, fave o soia: abbiamo a portata di mano un’ampia varietà di legumi e inserirli nella nostra dieta abituale non presenta che vantaggi. Oltre all’elevato contenuto di fibre, riducono il colesterolo cattivo (LDL) e favoriscono il controllo glicemico. Per non parlare dell’elevato contenuto di ferro, che favorisce la sintesi dei globuli rossi.
Per questo motivo si raccomanda di consumare almeno tre porzioni di legumi alla settimana. Ma forniscono gli stessi nutrienti se consumati freschi o in scatola?
Il controllo della cottura, un fattore importante
I legumi freschi hanno un vantaggio in termini di consistenza e gusto. Cucinare da zero permette di controllare la cottura e di ottenere la consistenza perfetta, che sia un po’ al dente o liscia come la seta, e il sapore fresco e naturale è imbattibile. Ma, naturalmente, questo richiede tempo e pazienza, un lusso che non tutti possono permettersi.
La convenienza dei legumi in scatola
Se consideriamo i legumi in scatola, il loro principale vantaggio è evidente: la praticità. Non c’è bisogno di ammollare, cuocere e aspettare, basta aprire e usare. Ma che dire dei nutrienti che tutti cerchiamo?
In termini di valore nutrizionale, i legumi in scatola non sono da meno. Sebbene possano perdere alcune vitamine idrosolubili durante il processo di conservazione, la maggior parte dei nutrienti essenziali viene mantenuta. Inoltre, il tempo di cottura nella lattina può consentire ad alcuni legumi di assorbire ulteriori nutrienti dal liquido circostante.