“Non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione”.
E’ quanto contenuto in un documento reso pubblico dal dicastero della Dottrina della fede che prende in considerazione diversi quesiti giunti all’ex sant’Uffizio sia negli anni scorsi che in tempi più recenti.
“Nella breve preghiera che può precedere questa benedizione spontanea, il ministro ordinato potrebbe chiedere per costoro la pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo ed aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà – prosegue -. Ad ogni modo, proprio per evitare qualsiasi forma di confusione o di scandalo, quando la preghiera di benedizione, benché espressa al di fuori dei riti previsti dai libri liturgici, sia chiesta da una coppia in una situazione irregolare, questa benedizione mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio. Lo stesso vale quando la benedizione è richiesta da una coppia dello stesso sesso”.
In sostanza, la Chiesa autorizza la benedizione, ma senza un rituale specifico. Il documento vaticano va visto nell’ottica della risposta ai Dubia, i quesiti sulla dottrina posti da un gruppo di cardinali conservatori in aperto contrasto con Papa Francesco. I cardinali Brandmüller, Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah e Zen Ze-kiun hanno presentato infatti a Bergoglio cinque domande con la richiesta di un chiarimento su alcune questioni relative alla interpretazione della Divina Rivelazione, sulla benedizione delle unioni con persone dello stesso sesso, sulla sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, sulla ordinazione sacerdotale delle donne e sul pentimento come condizione necessaria per l’assoluzione sacramentale. Sintomo di uno scontro tra diverse anime della Chiesa. È notizia recente che il cardinale statunitense Raymond Burke, tra i promotori dei Dubia, sarebbe stati privato anche dell’assistenza sanitaria e di supporti pensionistici, dopo l’aumento dell’affitto nell’appartamento vaticano e la revoca dello stipendio cardinalizio.