Scene da un matrimonio nel carcere di Terni: nel corso della mattinata odierna, giovedì 14 dicembre, sono convolati a nozze, tra le mura dell’istituto penitenziario, due figure di spicco della camorra ponticellese, Luigi Austero e Martina Minichini.
Malgrado entrambi siano detenuti da diverso tempo e le accuse che pendono sul loro capo non legittimano le speranze circa una scarcerazione imminente, i due fidanzati hanno deciso di unirsi in matrimonio proponendo a uno stringato numero di parenti una celebrazione alquanto insolita. La cerimonia è durata 4 ore, dopodiché i due novelli sposi si sono congedati per rientrare nelle rispettive celle.
Un matrimonio che sembra la versione in salsa moderna di una delle celebri scene del film “Il Camorrista” che narra le gesta del boss Raffaele Cutolo che si sposò proprio mentre era detenuto con la giovane sorella di un suo gregario, conosciuta durante i colloqui. Ben diversa la posizione dei coniugi Austero: lui in carcere ci è finito il 22 maggio del 2021, a 11 giorni di distanza dal clamoroso episodio che lo vide tra i protagonisti dell’agguato indirizzato ai rivali del clan De Martino. Il lancio di un ordigno dal cavalcavia che sovrasta via Esopo – fortino dei cosiddetti “XX” – provocò una profonda voragine e l’onda d’urto fu tale da mandare in panne l’auto degli attentatori che si videro costretti a fuggire a piedi. La sua posizione si è poi aggravata nell’ambito dello stesso provvedimento che ha portato al blitz che ha tradotto in carcere la sua compagna il 28 novembre del 2022.
Luigi Austero viene inquadrato dagli inquirenti come una delle figure apicali dell’alleanza costituita dai vecchi clan dell’area orientale di Napoli, il suo ruolo all’interno dell’organizzazione ha subito una consacrazione decisiva proprio grazie all’unione con Martina Minichini, sorella di Alfredo e Michele, due perni portanti della cosca, nonchè figlia di Anna De Luca Bossa. Un vincolo di parentela che ha concorso quindi a rafforzare e consolidare anche il legame tra Austero e gli altri leader dell’alleanza e che gli ha garantito una rapida scalata all’interno del clan della sua, ormai, famiglia acquisita. Uno status che lo ha portato a conquistare il ruolo di reggente dell’organizzazione in seguito all’arresto di Umberto e Giuseppe De Luca Bossa, oltre che dei fratelli Minichini. Estorsore, esattore, gestore e coordinatore delle piazze di spaccio e dell’organizzazione, ma anche sicario all’occorrenza: lo rivela Rosario Rolletta, ex affiliato al clan De Martino diventato un collaboratore di giustizia dopo essere sfuggito a un agguato che attribuisce proprio ad Austero.
Martina Minichini, invece, dietro le sbarre ci è finita più di un anno fa, nell’ambito del blitz che ha decapitato il cartello camorristico costituito dai Minichini-De Luca Bossa-Schisa-Casella-Aprea-Rinaldi. Arrestata già nel 2016 quando fu accusata di gestire una piazza di droga insieme alla madre per conto del clan D’Amico del Conocal, fu poi assolta. Le accuse che la tengono reclusa in carcere da 13 mesi si basano sulle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia, ma anche sui dialoghi intercettati in carcere. La Minichini infatti ha ricoperto un ruolo cruciale, gestendo la comunicazione con i fratelli detenuti durante i colloqui, ma è stata anche esecutrice materiale di svariate attività illecite. Non si limitò a ricoprire il ruolo di parente di importanti boss, ma utilizzò il potere che le derivò da quello status, soprattutto in seguito all’arresto dei suoi familiari, quando conquistò un certo potere decisionale. Proprio per questo motivo, quando tronca la precedente relazione con Roberto Boccardi, ex affiliato ai De Micco poi confluito nell’alleanza, le dinamiche camorristiche mutano radicalmente, ancora di più quando si lega al suo attuale marito.
Luigi Austero aveva una relazione con la nipote delle “pazzignane” Gabriella Onesto e Vincenza Maione, dalla quale ha avuto anche una figlia. La fine del rapporto tra i due maturò in un momento topico per il clan: contestualmente al pentimento di Tommaso Schisa, perno portante del clan delle “pazzignane”. Il clamoroso colpo basso giocato dal rampollo del clan creò non poche difficoltà ai familiari addentrati nelle dinamiche camorristiche e l’unione tra Austero e la Minichini concorse ulteriormente a svilire l’autorità delle “Pazzignane” che se negli anni in cui l’alleanza riuscì a conquistare il controllo del territorio ricoprivano un ruolo di primo ordine all’interno dell’assetto gerarchico dell’organizzazione, in seguito a quel susseguirsi di eventi tutt’altro che propizi, si videro fortemente penalizzate.
Uno scenario che ben spiega come e perchè il matrimonio odierno sia inevitabilmente destinato ad assumere anche un peso importante all’interno dello scacchiere camorristico ponticellese. Non a caso, proprio oggi, nelle stories di Instagram dei rampolli del clan Casella appaiono frame che sbandierano legame: le immagini delle figure apicali del clan Casella, unitamente a quella di Austero sottolineano la presenza di un’alleanza che continua a sopravvivere anche in carcere.