E’ sempre più pubblicizzata sui social network l’alleanza più recente nata nei rioni in odore di camorra di Ponticelli e che vede i reduci del clan D’Amico del rione Conocal di Ponticelli in affari con la cosca arroccata nella zona delle cosiddette “case murate” del Rione De Gasperi.
Un’unione suggellata da un viaggio a Barcellona e che vede il rampollo della cosca dell’ex fortino dei Sarno in compagnia di due giovani legati ai D’Amico: un parente di Vincenzo Costanzo, il 26enne ucciso in un agguato di camorra lo scorso maggio e il braccio destro dell’ex ras del Conocal. Un’associazione di fatti e persone che ricostruisce uno scenario ben preciso, reso ancora più inequivocabile dall’immagine iconica pubblicata nelle stories di Instagram e che ritrae i tre in fila, mentre indossano la tuta del Barcellona.
“Tre membri della stessa squadra”: un messaggio esplicito. Uno dei tanti apparsi sui social network nelle ultime ore e non solo per condividere con i followers l’ostentazione del lusso e degli sfarzi garantiti dai proventi illeciti, come le serate al casinò, ma anche per ufficializzare la nuova intesa suggellata con il rampollo di un’organizzazione costretta dalle circostanze a restare relegata nella fetta dell’ex fortino dei Sarno conquistata in un passato relativamente recente. Due compagini consapevoli di disporre di un limitato spessore criminale, non di certo sufficiente a contrastare la forza egemone dei De Micco, seppure la nascita del nuovo sodalizio avrebbe galvanizzato i rampolli entrati in affari a tal punto da legittimarli ad impugnare le armi per due volte consecutive, nell’arco di meno di 24 ore, lo scorso 10 novembre, per inscenare due incursioni armate nel fortino dei rivali del clan Casella.
Tre degni interpreti di un modello camorristico sempre più in voga tra le giovani leve della malavita e che appare fin troppo propenso ad accantonare la discrezione per ostentare e rivendicare soprattutto sui social network quel genere di gesta che un tempo imponevano riservatezza. Nell’era di Instagram e TikTok, la camorra ha cambiato linguaggio: le faide si combattono anche avvalendosi di reel e stories, le alleanze si annunciano servendosi di foto ad effetto, i commenti di esaltazione e approvazione dei followers concorrono ad enfatizzare le gesta degli aspiranti ras.
La scelta della cittadina da visitare potrebbe essere tutt’altro che casuale, considerando le immagini che scorrono sui social: anche il ras Vincenzo Costanzo si era concesso un viaggio a Barcellona pochi mesi prima di morire. Una tappa ripercorsa dai suoi eredi che non a caso hanno scelto di farsi ritrarre nelle stesse pose adottate dal ras ucciso sei mesi fa. Un plateale desiderio di emulazione che sancisce una sorta di passaggio del testimone e che ricorda l’impellente desiderio di vendicare la morte di Costanzo, temporaneamente accantonato da familiari e fedelissimi del ras ucciso.
Sono loro i nuovi ras del Conocal e forti dell’appoggio dei nuovi alleati, mirano ad onorare la memoria di Costanzo: questo il messaggio diramato sui social dalle nuove leve del clan D’Amico.
La prematura dipartita e l’epilogo violento delle ambizioni camorristiche covate dal nipote acquisito del boss Antonio D’Amico sembrano non essere destinate a fungere da monito per i giovani del Conocal, ben più propensi ad emulare lo stile di vita del ras morto all’età di 26 anni.