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Spari nella notte nel Rione Conocal di Ponticelli, ma nessuno allerta le forze dell’ordine

Luciana Esposito di Luciana Esposito
27 Ottobre, 2023
in Cronaca, In evidenza
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Parlano i “baby-boss” di Ponticelli: “Non siamo disposti a morire per servire la camorra”
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Un raid in piena regola, quello andato in scena nel rione Conocal di Ponticelli la notte scorsa.

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Intorno alle 2 di venerdì 27 ottobre, un commando a bordo di un’auto ha fatto incursione in via al Chiaro di Luna, nel Parco Conocal di Ponticelli e all’altezza del civico 115 ha esposto una raffica di colpi, indirizzando le armi verso il quarto piano dell’edificio. Proprio da quel balcone si sarebbe affacciato un ‘pezzo da 90’ della malavita locale che avrebbe replicato al fuoco.

Si torna a sparare nel fortino del D’Amico. Ancora una volta, una banda di sicari ha fatto irruzione nel Conocal nel cuore della notte per indirizzare una raffica di proiettili agli interpreti della camorra locale. Le figure apicali del clan si sarebbero infatti tutte arroccate nella strada che accoglie le dimore delle figure apicali del clan D’Amico. Non a caso, il recente botta e risposta a suon di spari si è concentrato intorno all’appartamento che grazie alle recenti indagini è stato identificato come il covo della banda di rapinatori che dal Conocal partono per compiere rapine violente, alcune delle quali diventate virali sui social grazie ai filmati che ritraggono le riprovevoli gesta di quei baby-camorristi.

Proprio presso quell’appartamento avrebbero trovato protezione ed appoggio altre figure di spicco del clan, di recenti colpite da un grave lutto in seguito all’assassinio del ras Vincenzo Costanzo.

I residenti in zona che hanno assistito al raid hanno ricostruito una dinamica ben precisa: un commando a bordo di un’auto avrebbe esploso una raffica di colpi verso l’appartamento-bunker del clan D’Amico e dal balcone un soggetto riconosciuto e identificato si sarebbe affacciato per replicare al fuoco.

E non è tutto.

Secondo quanto riferito dai residenti in zona, il commando che ha fatto irruzione in via al Chiaro di luna, per l’ennesima volta, sarebbe costituito da “gente del Vasto”: una dicitura utilizzata nel gergo locale per indicare gli affiliati al clan ritenuto responsabile della morte di Vincenzo Costanzo, il 26enne ras del rione Conocal che ha perso la vita lo scorso 5 maggio, durante i festeggiamenti per la vittoria del terzo scudetto del Napoli.

La sparatoria della scorsa non è stata segnalata alle forze dell’ordine. Nessun residente in zona ha allertato la polizia o i carabinieri per un motivo ben preciso: in seguito all’operazione ad “alto impatto” andata in scena nel Rione Conocal lo scorso 3 ottobre, nell’ambito della quale circa 300 uomini e donne delle forze dell’ordine sono stati impegnati in perquisizioni e controlli, gli elementi di spicco della camorra locale hanno rivolto minacce esplicite ai residenti in zona: qualora il clan dovesse riuscire a risalire all’identità di ipotetici informatori, questo ultimi verranno cacciati di forza dal Rione e dalle loro abitazioni.

Nell’ambito di quella operazione fu raso al suolo l’altare votivo della camorra, edificato abusivamente proprio in via al Chiaro di Luna vent’anni fa per custodire le foto dei camorristi uccisi in agguati, ma anche quelle di giovani estranei alle dinamiche criminali che hanno perso la vita per altre cause. Una denuncia partita proprio dal nostro giornale, all’indomani della celebrazione commemorativa inscenata nel rione lo scorso settembre e che vide cinque bambini, capeggiati dal nipote del boss Vincenzo Costanzo, rendere omaggio alla memoria dell’ultimo boss del Conocal assassinato in un agguato di camorra.

Una segnalazione rilanciata dall’inviato di “Striscia la notizia” Vittirio Brumotti che ha documentato l’operazione di abbattimento dell’altare, unitamente all’operazione interforze andata in scena quello stesso giorno.

Un colpo durissimo all’orgoglio del clan D’Amico che ha subito oltremodo quella pubblica umiliazione e che pertanto mira a preservare il controllo del territorio facendo leva sulla paura della gente affinché riconosca ad un clan ormai allo sbando l’omertà di cui necessita per seguitare a combattere le ultime fasi salienti di una guerra destinata a mietere altri morti, a meno che non arrivi prima il blitz che con sempre più insistenza aleggia sul Rione Conocal.

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