Non si è fatta attendere la replica di Jorit Agoch, lo street artist celebre in tutto il mondo per i suoi murales, al comunicato stampa diramato dall’associazione Paolino Avella Onlus, intitolata alla memoria dello studente 17enne del liceo scientifico “Salvatore Di Giacomo” che il 5 aprile del 20023 perse la vita all’uscita di scuola, nel tentativo di sfuggire ai malviventi che intendevano rubargli lo scooter.
Nei giorni scorsi, la Onlus presieduta dall’avvocato Alfredo Avella, il padre di Paolino, aveva reso pubblico quanto accaduto lo scorso inverno quando Jorit rifiutò di realizzare l’opera che la Onlus intendeva commissionargli; la sua segretaria motivò la decisione spiegando che Jorit “non realizza quel tipo di ritratti”, in quanto non sarebbe propenso a raffigurare volti di giovani uccisi dalle logiche criminali e violente.
Motivo per il quale ha suscitato non poco stupore e anche un certo dolore nei familiari del giovane studente sansebastianese ucciso una settimana prima di compiere 18 anni, la recente decisione dell’artista di riprodurre il volto di Giovanbattista Cutolo, il 24enne assassinato a Napoli lo scorso 31 agosto, all’interno dell’occhio destro di Diego Armando Maradona, nel grande murales che sta realizzando al Centro direzionale di Napoli.
“Il rischio che si corre – si legge nel comunicato diramato dall’associazione Paolino Avella Onlus – è che questo modo di fare possa contribuire ad accrescere il divario tra le “vittime di serie A e quelle di serie B”. Un dramma nel dramma per i familiari di quelle vittime che non conquistano la ribalta mediatica, finendo ben presto nel dimenticatoio. Pertanto, questa associazione ha ritenuto opportuno non soprassedere sull’accaduto, auspicando che l’artista possa chiarire la sua posizione a riguardo.”
Non si è fatta attendere la replica dell’artista che sui social ha pubblicato una stories che mostra il volto che ha ritratto nell’occhio destro di Maradona: si tratta di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso lo scorso marzo da un colpo d’arma da fuoco al petto, mentre si trovava seduto insieme agli amici nella zona degli chalet di Mergellina. Un colpo esploso dal 20enne Francesco Pio Maimone, rampollo di una famiglia camorristica di Barra, durante una lite sorta per una sneakers sporcata con un pestone o forse con un cocktail finito sulla scarpa bianca. L’unica cosa certa è che quel colpo dritto al petto ha spento la vita di un 18enne originario di Pianura che sognava di aprire una pizzeria tutta sua.
Giò Giò e Francesco Pio: due facce della stessa medaglia, due giovani nati e cresciuti in due contesti diversi e con sogni e progetti di vita diversi, ma accomunati dallo stesso tragico destino. Due volti che raccontano un’unica faccia di Napoli, quella incapace di difendere dagli spari della camorra i figli estranei alle dinamiche malavitose.
Jorit ha dimostrato di aver tratto una preziosa lezione dalle parole diramate pubblicamente dall’avvocato Avella, non solo replicando con un gesto forte e concreto: “Nell’altro occhio di Diego ho voluto inserire il volto di Francesco Pio, – si legge nel messaggio pubblicato dallo street artist insieme a un breve video che mostra l’opera – ce ne sarebbero da fare tanti altri: Paolino Avella, Annalisa Durante, Genny Cesarano, Ciro Colonna ecc… la lista è talmente lunga che non basterebbe una vita per dipingerli tutti, però mi sembrava giusto inserire anche Francesco Pio perchè credo sia importante sottolineare che che non ci sono morti di serie A e di serie B. Che così come ci sono state delle vittime della violenza della camorra nella cosiddetta Napoli bene, ugualmente, anzi va peggio, a chi non ha santi in paradiso e oltre a subire il dolore della perdita subisce anche la beffa di finire nel dimenticatoio.”