Simone Isaia, il giovane clochard con gravi problemi psichici, accusato di aver dato fuoco alla Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto in piazza Municipio a Napoli il 12 luglio, ha lasciato il carcere per la comunità di accoglienza di Don Rosario, nella città di Salerno.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha accolto l’ordinanza di sostituzione della misura cautelare per Simone che deve rispondere di incendio e danneggiamento di opere d’arte.
“Per Simone, incensurato con problemi psichici, abbiamo raccolto 5731 firme per affermare che aveva bisogno di cure e non del carcere. . si legge nel comunicato divulgato dalla casa editrice Iod edizioni, tra i promotori dell’iniziativa insieme a Pastorale Carceraria della Chiesa di Napoli, Associazione Liberi di volare, Chiesa Cristiana Evangelica Libera di Casalnuovo, United Colors of Naples, tribunali 138 – Ora però è necessario che la libertà concessa sia una buona occasione per Simone per iniziare un percorso di cure.
E ci aspettiamo che ogni istituzione pubblica si prenda cura della salute psichica di Simone, che in questi ultimi anni si è perso nelle sue fragilità.
Occorre continuare a sostenere Simone Isaia, perché i problemi della sua vita non sono scomparsi, anzi si sono accentuati.
Siamo davvero dispiaciuti che l’artista Michelangelo Pistoletto sia ancora combattuto nel suo animo sulle sorti di Simone Isaia, che rappresenta proprio tutti gli stracci di Napoli, da condannare oppure aiutarlo, come racconta in un’ intervista al Mattino.
Non si può condividere la petizione Simone Isaia ha bisogno di cure e non del carcere, e poi affermare “Però poi mi dico la giustizia deve fare il suo corso”.
Le ricordiamo che la vera e unica opera d’arte è prendersi cura degli straccioni, malati, abbandonati a un destino senza ritorno.
Ci chiediamo Perché siamo arrivati a celebrare l’Arte Povera invece di celebrare i poveri attraverso l’arte?
Vogliamo sperare che la stessa volontà di raccogliere fondi per la nuova Venere degli Stracci possa allo stesso modo essere attivata per raccogliere fondi per curare Simone Isaia, perché la libertà non ha senso se sei condannato ai margini di questa ingiusta società che oramai è abituata all’indifferenza per gli ultimi. Per i tanti Nessuno di questa città.
Noi continueremo a essere presenti e a denunciare il malessere di questa città, in particolare per gli oltre duemila senza fissa dimora e per i tanti poveri che ogni giorno sono costretti a mangiare presso le mense di quel mondo silenzioso del volontariato, che fanno un lavoro di solidarietà straordinario per mantenere la Speranza viva nelle nostre città
L’ opera d’arte più preziosa è l’esistenza, la vita, la vita umana! E se questa vita sembra smarrire la strada e perdere la sua bellezza, il dovere di tutti noi è prendercene cura, aiutandola a “restaurarsi”, fino ad un nuovo splendore. Firmo questa petizione con la speranza che Simone Isaia possa essere aiutato da tutti in questo percorso. Per questo prego, benedicendo con affetto tutti coloro che lo accompagnano e se ne prenderanno cura.
Mons. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli, che ha dato la sua adesione alla petizione con queste belle parole.