Seppure il clima mite che scandisce anche le giornate settembrine sembra voler suggerire che l’estate durerà ancora a lungo, di qui a poco inevitabilmente ritroveremo costretti ad accantonare bikini e asciugamani. Compito ostico, considerando che costumi da bagno si rivelano incredibilmente delicati a contatto con i simboli dell’estate: il sole, la salsedine, l’acqua della piscina, la sabbia, la crema solare. Agenti che possono danneggiarli, come l’usura e persino il lavaggio troppo aggressivo, rischiano di arrecare ruvide conseguenze ai nostri sfavillanti pezzi beachwear. Ma quindi c’è un modo per lavare i costumi senza rovinarli.
New York Times ha chiesto qualche consiglio all’esperto di tessuti Preeti Arya, assistente docente al Fashion Institute of Technology di New York, sul prolungamento del ciclo di vita di un costume esposto a sole, sale, olio abbronzante, sabbia, cloro. I particolari tipi di usura, specifica Arya, sono due: il deterioramento della texture e la formazione di cattivi odori, soprattutto in caso di tessuti sintetici. Per fortuna ci sono alcuni accorgimenti utili per preservare il proprio costume e mantenerlo il più possibile illeso anche per diversi anni.
L’acqua salata o clorata rovina i costumi non solo dal punto di vista della texture ma anche dell’elasticità. I tessuti degli outfit swimwear sono composti da polimeri responsabili della capacità di trazione e ritorno alla forma iniziale. La salsedine e il cloro rompono i polimeri e quindi, sul medio o lungo termine, rendono i costumi allentati e meno elastici. Uno sciacquo in acqua dolce (ad esempio una rapida doccia) prima e dopo il bagno impregna le fibre tessile di acqua dolce con “effetto cuscinetti” che salvaguardano la resilienza del costume.
Un prodotto aggressivo potrebbe rovinare stampe o decori e anche sbiadire il colore. Meglio optare – sia in caso di lavaggio a macchina che a mano – per un detergente delicato ma efficace, come ad esempio il vecchio e rodatissimo sapone di Marsiglia, con il suo profumo classico e deciso che elimina anche eventuali odori. I costumi lavabili in lavatrice – basta controllare l’etichetta per essere sicuri che siano idonei – necessitano solo di un detersivo leggero e un lavaggio blando, come quelli che si riservano ai reggiseni.
Invece i costumi con perle, paillettes, stampe delicate è meglio lavarli a mano, in acqua tiepida, possibilmente al rovescio. Costumi particolarmente preziosi e particolari possono essere protetti ulteriormente inserendoli in un sacchettino da lavatrice.
La presenza dei già citati polimeri nelle fibre tessili fa sì che una semplice macchia (ad esempio di olio abbronzante o di crema solare) si aggrappi fisicamente al costume. Per questo è importante smacchiare subito e bene, utilizzando lo stesso detergente per il lavaggio ma pretrattando l’area circoscritta. A volte capita di vedere aloni giallo-marroni: sono provocati dall’avobenzone, un filtro chimico presente in alcune creme solari. Per evitare questa conseguenza bisogna agire alla radice, ovvero evitare di acquistare prodotti che contengano questo componente.
Mai lasciare un costume appallottolato e bagnato per troppo tempo. L’umidità incoraggia il proliferare di batteri e dei cattivi odori, oltre a usurare il tessuto. Dopo la detersione il costume va asciugato e il metodo migliore è l’utilizzo di un phon non troppo caldo, con aria leggera ma costante. Meglio non strizzare il tessuto per non rovinarlo ma lasciar tamponare l’acqua delicatamente appoggiando il bikini o il boxer su un asciugamano. Ovviamente l’asciugatrice è sconsigliata.
La prevenzione evita anche il pilling: avete presente quegli antiestetici pelucchi che disfano piano piano il costume? Per impedire la loro formazione basta evitare il contatto con aree abrasive: scogli, cemento ruvido, ecc. Oppure utilizzare sempre un telo mare prima di sedersi. Lunga vita ai costumi da bagno: pochi accorgimenti, niente pigrizia e possono conquistare (…o quasi) l’eternità.