L’estate è ormai agli sgoccioli e le strade continuano a ripopolarsi progressivamente, anche a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli dove il rientro dalle vacanze risuona come un temibile presagio destinato ad introdurre la ripresa delle ostilità tra i clan entrati in conflitto ufficialmente a luglio, in seguito al tentato omicidio di Ciro Naturale, ras dei De Micco.
Un agguato che sembra aver decretato la rottura tra i De Micco e i De Martino e che introduce uno scenario che sembra farsi sempre più nitido, complici i video pubblicati sui social network, in particolare su TikTok, dove i De Micco appaiono assai propensi a diramare messaggi espliciti. Sempre più frequenti i filmati che annunciano l’imminente vendetta, da quando il ras Ciro Naturale detto ‘o mellone è tornato a casa, dopo circa un mese trascorso in ospedale, in seguito all’agguato che lo aveva ridotto in condizioni gravissime.
A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di contenuti simili, sul “solito” profilo riconducibile ai De Micco è apparso un altro filmato che propone una sequenza di tre foto: Salvatore De Micco, Marco De Micco e Ciro Naturale. Tre volti, tre storie. I volti di tre soggetti che hanno “fatto la storia” del clan De Micco. Un video che chiaramente rimarca l’affiliazione di Naturale ai cosiddetti “Bodo”, indicandolo tra le figure apicali della cosca. Un messaggio assai significativo, all’indomani dell’agguato al quale è sopravvissuto, ancor più in assenza di volti e simboli riconducibili ai De Martino.
“Si ma a questo mellone vicino a questi due, dove lo metti? Non si può proprio accostare. Si è fatto sparare addosso e ancora deve rispondere”, scrive un utente solleticando la reazione dell’admin della pagina che di lì a poco ha pubblicato l’ennesimo video che sembra voler annunciare l’imminente vendetta, ormai perfino invocata sui social network dai “seguaci della camorra”. Un commento degno di nota, perché manifesta il pensiero più diffuso tra le strade del quartiere in questo momento storico: nei rioni controllati dai clan, così come tra la gente comune, regna la consapevolezza che i De Micco non possono soprassedere. L’agguato indirizzato a una figura cruciale del clan difficilmente resterà impunito. Nel contesto malavitoso la capacità di replicare a un agguato in maniera tempestiva e risolutiva, continua a rappresentare il metro valutativo più attendibile che misura la forza di un clan e questo i De Micco lo sanno bene.
Basta pensare che Marco De Micco replicò dopo appena una settimana all’attentato subito da parte dei De Luca Bossa a settembre del 2021 e che portò all’esplosione di un ordigno nel cortile della sua abitazione. In quel frangente, la risposta del boss sancì la fine delle ostilità, oltre a infliggere un durissimo colpo, una ferita indelebile ai rivali: l’omicidio di Carmine D’Onofrio, il 23enne figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa. Una morte scaturita da una logica ben precisa: poco prima dell’esplosione, la figlia del boss e le cuginette erano in cortile a giocare. L’idea che sua figlia potesse pagare le conseguenze di quella faida, al pari del plateale affronto insito in quel raid, spinsero il boss De Micco ad attivarsi per mettere la firma su un’azione tanto rapida quanto devastante.
Fin qui, la partenza per le vacanze di diversi esponenti della malavita locale, unitamente al clima di tensione rimarcato dal blitz dello scorso 7 agosto hanno legittimato la mancata replica dei “Bodo”. L’atteggiamento adottato non solo da questi ultimi, ma anche dagli “XX” ha consentito di ricostruire con una certa facilità quanto accaduto ed è chiaro che i De Micco abbiano atteso che ‘o mellone venisse dimesso dall’ospedale per tratteggiare la sagoma del nuovo scenario che li vede ormai in rotta di collisione con i vecchi alleati che dal loro canto, provati e rimaneggiati dai recenti arresti, stanno adottando un profilo basso, probabilmente in attesa della prima mossa da parte dei rivali.
Una teoria rafforzata dall’ultimo video pubblicato su TikTok e riconducibile ai “Bodo”, estrapolato dalla fiction “Il capo dei capi”, ispirata alla storia del boss di Cosa Nostra Totò Riina. Un video che sembra rilanciare l’impellente volontà di “fare il morto”. Chiara l’allusione ai fatti accaduti di recente:
“senza l’autorizzazione della commissione succede un casino – esclama uno degli uomini di Riina – Questo significa che scoppierà un’altra guerra”. “E noi ci faremo trovare pronti”, replica l’attore che interpreta il capo di Cosa Nostra.