La Corte Suprema di Cassazione ha scagionato due “Pazzignane” di Ponticelli dalle accuse che lo scorso 28 novembre le aveva spedite prima in carcere e poi agli arresti domiciliari. Le due donne furono arrestate nell’ambito di un blitz che ha fatto scattare le manette per oltre 60 soggetti ritenuti contigui al cartello camorristico in cui confluirono i vecchi clan dell’ala orientale di Napoli: i Minichini-De Luca Bossa di Ponticelli, gli Aprea di Barra, i Rinaldi di San Giovanni a Teduccio e le “pazzignane” del rione De Gasperi di Ponticelli, capeggiate da Luisa De Stefano, la donna-boss condannata all’ergastolo in via definitiva, insieme a sua cugina Vincenza Maione e ad altre figure apicali dell’alleanza che hanno partecipato a vario titolo all’omicidio del boss dei Barbudos Raffaele Cepparulo e del 19enne Ciro Colonna, vittima innocente della criminalità.
Vincenza De Stefano e Fortuna Ercolano – rispettivamente sorella e nipote di Luisa De Stefano – erano accusate di aver partecipato alle plurime azioni intimidatorie indirizzate alla moglie di Tommaso Schisa, figlio di Luisa De Stefano, quando si diffuse la notizia del suo pentimento, per intimare la donna a convincerlo a ritornare sui suoi passi.
Le due donne, rispettivamente zia e cugina di Tommaso Schisa, erano dunque indicate dagli inquirenti tra le partecipanti alle incursioni nel rione della “219” di Marigliano, quartier generale di Luigi Esposito detto “lo sciamarro”, suocero di Schisa che anche nel comune dell’entroterra vesuviano aveva radicato i suoi affari criminali, forte del potere criminale che scaturiva da quel vincolo sentimentale ed era proprio lì che viveva insieme alla sua ormai ex moglie. Non solo minacce telefoniche, ma anche vere e proprie spedizioni punitive presso l’abitazione della donna dalla quale furono prelevati alcuni oggetti di valore e furono tagliate le corde dello stendino quale azione dimostrativa plateale, voluta per umiliare la donna annunciando agli abitanti del rione che quella casa era stata espugnata.
Minacce e intimidazioni estese anche al nuovo compagno dell’ex moglie di Schisa che fu perfino vittima di un misterioso pestaggio.
La difesa delle due donne ha presentato ricorso in Cassazione sulla gravità indiziaria, le motivazioni dell’avvocato sono state accolte ed è stato disposto l’annullamento dell’ordinanza e la sostituzione della misura cautelare del carcere con gli arresti domiciliari per Vincenza De Stefano, mentre per Fortuna Ercolano è stata disposta la sua immediata liberazione.
Le accuse mosse nei confronti della zia e della cugina del collaboratore Tommaso Schisa furono ridimensionate già in sede di Riesame, motivo per il quale riuscirono ad ottenere gli arresti domiciliari.
Un risultato che Vincenza De Stefano ha festeggiato pubblicando un video su TikTok, in compagnia della figlia transgender Tommaso alias Vittoria, in cui sbeffeggiano e insultano i pentiti.
“Le pazzignane” hanno dunque un motivo in più per esultare, all’indomani della recente scarcerazione di Giovanni De Stefano detto Giovannone.