Il presidente egiziano al-Sisi ha concesso la grazia a Patrick Zaki, a pochi giorni dalla sentenza shock che aveva condannato il ricercatore a tre anni di carcere. Ora si lavora sulla revoca al divieto di viaggioTorna libero Patrick Zaki grazie a un decreto con cui il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ha concesso la grazia al ricercatore cedendo alle numerose pressioni internazionali. Il ragazzo dovrebbe essere rilasciato già oggi, come da consuetudine per chi riceve la grazia.Sua madre e suo zio sono già in viaggio verso la stazione di polizia di Nuova Mansura in attesa del rilascio.Tramite il suo portavoce Riccardo Noury, Amnesty International si auspica che adesso, se questo provvedimento non lo contempla, che sia abolito anche il divieto di viaggio.
Patrick dovrà portare il suo caso davanti alle corti d’Assise. Solo con una sentenza del tribunale potrà rimuovere il suo nome dalla lista delle persone a cui è vietato lasciare il Paese, ha comunicato l’Ansa in una nota.Le reazioni di giubilo non sono tardate ad arrivare dalla famiglia e dagli amici di Bologna, che adesso lo aspettano a braccia aperte. “È una grande gioia per Bologna, spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick Zaki.” Ha affermato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.
Zaki era stato condannato a 3 anni al termine dell’udienza a Mansura, ( a circa 130 chilometri dal Cairo) in Egitto. Doveva tornare in carcere per scontare altri 14 mesi. ‘Chiederemo al governatore militare di annullare lasentenza o di far rifare il processo come è avvenuto nel caso di Ahmed Samir Santawy’, aveva detto all’Ansa Hoda Nasrallah, uno dei legali del ricercatore. Zaki era stato portato via dall’aula tra le grida della madre e della fidanzata. “Il peggiore degli scenari possibili’, aveva commentato Amnesty.Le speranze di vedere il ricercatore libero erano esigue: il processo infatti si è tenuto di fronte a una Corte speciale e non sarebbe stato possibile fare ricorso in appello come se fosse un processo normale – per chiedere l’annullamento della sentenza o il rifacimento del processo. La precisazione era stata fatta da una fonte legale qualificata presente a Mansura e al corrente dell’andamento del caso. Dopo i 22 mesi di custodia cautelare in prigione, Zaki era a piede libero dal dicembre 2021. Zaki era accusato di fare propaganda tendenziosa con le false informazioni contenute in un suo articolo in cui denuncia le discriminazioni contro i cristiani copti in Egitto.
L’articolo risale al 2020, pubblicato su un sito online, racconta le violazioni del diritto a danno dei cristiani copti, la più importante minoranza cristiana in Medio Oriente cui appartiene circa il 15% dei 105 milioni di egiziani.