Un’azione intimidatoria in piena regola, quella andata in scena domenica 9 luglio nei pressi del grattacielo di via Franciosa a Ponticelli, una delle piazze di droga più redditizie del quartiere, dove a capo del business figura un parente di Ciro Naturale, l’uomo finito nel mirino dei killer la sera precedente, sabato 8 luglio, mentre si trovava in via Carlo Miranda, fortino del clan De Micco-De Martino al quale era contiguo.
Un agguato eccellente che ha ridotto in fin di vita Naturale, tuttora ricoverato in condizioni disperate all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove è stato trasferito durante la giornata di domenica 9 luglio, dopo l’intervento chirurgico al quale era stato sottoposto quando era arrivato all’ospedale del Mare di Ponticelli in gravissime condizioni.
Naturale gestiva il denaro sporco, i proventi illeciti delle attività malavitose e disponeva di canali autorevoli per l’approvvigionamento di droga che gli derivavano anche dal vincolo di parentela acquisito con i narcos per antonomasia di Ponticelli, i fratelli Scognamillo.
Un’altra parentela, però, nelle ore successive all’agguato sarebbe finita nel mirino dei sicari della camorra.
L’uomo che per conto del clan De Micco gestisce il business della droga nell’ex roccaforte dei Casella è un parente di Ciro Naturale. La raffica di colpi esplosi a ridosso della sua piazza di droga, all’indomani dell’agguato indirizzato a Naturale, delineano uno scenario inquietante.
Per tutta la mattinata di ieri, lunedì 10 luglio, la polizia scientifica ha recintato l’area in cui si è verificato il raid per effettuare i rilievi del caso. Controlli a tappeto, le pattuglie hanno setacciato l’intera zona.
Sentendosi braccati su più fronti, i soggetti dediti allo spaccio nella zona in cui si è verificato l’ultimo sussulto di camorra hanno optato per una politica più prudente chiudendo la piazza di droga. Dismessa anche la stanza adibita a sala riunioni dove diversi affiliati erano soliti incontrarsi. Portando via tavoli e sedie, i signori della droga di via Franciosa hanno annunciato la volontà di chiudere i battenti per un periodo relativamente lungo.
Già nella serata di lunedì 10 luglio, nell’intera zona, non sono stati avvistati pusher. Assenti anche i doggetti dediti allo spaccio di stupefacenti nel parco De Simone e negli altri punti strategici controllati dal parente di Naturale.
Potrebbe anche trattarsi di una conseguenza diretta del raid, finalizzato quindi ad intimare la chiusura delle piazze.
Una persona più di ogni altra potrebbe aiutare gli inquirenti a chiudere il cerchio delle indagini in tempi brevi: Ciro Naturale, qualora dovesse riuscire a restare in vita.