Rita De Crescenzo, nota tiktoker napoletana, è stata denunciata per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale. Lo ha resono toto Francesco Emilio Borrelli, deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra.
“La De Crescenzo – scrive Borrelli in una nota – già salita agli onori delle cronache per la questione ormeggi abusivi e rapporti con i clan del Pallonetto di Santa Lucia, è stata bloccata al porto mentre si stava per imbarcare per una crociera, insieme al figlio. Sono intervenuti la polizia di Frontiera, la polizia marittima e gli agenti del commissariato San Ferdinando”.
La 45enne avrebbe presentato al Comune una “denuncia di smarrimento della carta di identità del figlio, per richiederne una nuova laddove invece il documento era regolarmente custodito presso la comunità dove il ragazzo dovrebbe trovarsi, e quindi non era stato smarrito. Da qui l’accusa di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale”.
“Sempre secondo le forze dell’ordine – prosegue ancora Borrelli – in compagnia della tiktoker e del figlio c’era anche il compagno. Rita De Crescenzo ha perso la patria potestà sul figlio ed è in corso una procedura al tribunale per i minorenni per dirimere la questione, mentre suo marito ha ancora la patria potestà, ma è stata sospesa”.
“Ormai – conclude Borrelli – neanche ci meravigliamo più delle malefatte di questa persona che però rappresenta un pericolo per la società e la legalità ad anche per i suoi stessi figli che vengono educati secondo modelli e valori del tutto sballati. Quale futuro potrà allora essere riservato loro? I servizi sociali ed i giudici dovranno ora essere molto severi per questa e per tante altre situazioni simili”.
Come ricordato da Borrelli, circa due settimane fa, il marito di Rita De Crescenzo, Salvatore Bianco, è stato denunciato con l’accusa di ormeggi abusivi, nell’ambito di un’operazione della Polizia di Stato e della Guardia Costiera sugli ormeggi abusivi a Mergellina. L’uomo, 49 anni, è accusato, tra le altre cose, anche di imbrattamento e invasione di spazi altrui insieme ad altri due uomini, rispettivamente di 32 e 40 anni.
Secondo l’indagine delle forze dell’ordine ancora in corso, venivano organizzati trasporti di clienti in modo abusivo proprio dallo stallo di Mergellina, per poi ormeggiare in modo illecito occupando uno spazio di ben 132 metri. Posto prontamente a sequestro, il luogo è ora inagibile mentre i tre uomini dovranno rispondere alle accuse per aver violato la legge del codice della Navigazione.
Nei giorni scorsi, la tiktoker aveva raccontato, nel corso delle sue consuete dirette sui social network di essere finita nei guai per aver utilizzato in maniera impropria il marchio “Vallè” per la sua linea di creme abbronzanti.
Rita De Crescenzo molto spesso pubblica video che la ritraggono ai fornelli, mentre mostra ai fan la preparazione di ricette che, a suo dire, sono ottime. Il suo ingrediente preferito? Il burro vegetale Vallè, che lei ha ribattezzato Vallea.
Via social, la De Crescenzo ha mostrato ai fan una sua nuova creazione, che non ha nulla a che fare con la cucina. Si tratta di un abbronzante che la De Crescenzo ha presentato così: “Guardate cosa ho creato! La Vallea! Questo è un abbronzante per i nostri corpicini che dobbiamo mettere esposti al sole. Ovviamente li trovate da Svergognata Shop. Questo è un abbronzante, si chiama proprio Vallea con la A, qua non ho rubato il nome al signore! Maron com’è bello!”.
Anche se la Tiktoker ha aggiunto la A a Vallè, gli avvocati della nota azienda l’hanno comunque contattata, costringendola a rivedere i suoi piani
“La Vallè mi ha telefonato, ho dovuto cambiare il nome. L’avvocato della Vallè si è così messo d’accordo con il mio avvocato e ho dovuto cambiare tutto, scusate, ho sbagliato. Avevo pure registrato il marchio, volevano vedermi a Milano, ma per quieto vivere ho rimosso tutto. Ho dovuto cambiare anche il disegno, il fiore, era un marchio registrato. Ora la mia crema abbronzante non si chiama più Vallea, ma Sollè. Comunque alla fine ci siamo chiariti. Io ho già il marchio Svergognata, Schiapparella, Bocchina e Fiocco di Neve. Se qualcuno inventasse il marchio SchiapparellaTaratà anche io mi arrabbierei come si è arrabbiata la Vallè”.