Nelle ultime settimane, diversi abitanti del quartiere Ponticelli hanno contatto la redazione del nostro giornale per denunciare di aver subito una truffa da parte di una posta situata nel rione Incis – zona storicamente controllata dai De Micco-De Martino – e riconducibile ai due giovani nipoti di un soggetto definito più che ben addentrato negli affari e nelle dinamiche del clan dai recenti collaboratori di giustizia Rosario Rolletta e Antonio Pipolo, entrambi ex affiliati proprio ai cosiddetti “Bodo-XX”.
Un vincolo di parentela sul quale i due giovani fanno leva soprattutto quando i fruitori dei loro servizi scoprono di essere stati truffati e pertanto si recano presso la posta per chiedere spiegazioni, sperando quantomeno di vedersi rimborsare i soldi sottratti con l’inganno.
La truffa inscenata è quella “classica” e già adottata da altre poste private o presunte tali, abilitate a fornire unicamente servizi postali (invio di lettere, raccomandate e pacchi) ma non incaricate ad effettuare i versamenti dei bollettini postali; servizio per il quale è necessario ottenere il permesso della Banca d’Italia, motivo per il quale solamente gli istituti di credito o finanziari hanno la facoltà di concedere questo servizio.
Pertanto, viene da sé che i soldi incassati simulando di pagare F24, bollette e non solo vengono dirottati su un conto corrente privato, proprio come sta accadendo nel rione Incis di Ponticelli. In sostanza, i due giovani, come molti altri “colleghi”, simulano di pagare le bollette, ma in realtà intascano i soldi dei clienti i quali, si accorgeranno di essere stati truffati solo quando l’ente gli notificherà il mancato pagamento con tanto di mora annessa.
I cittadini che si sono visti costretti a pagare nuovamente le bollette, per giunta lievitate per effetto della sanzione prevista nel caso di pagamenti tardivi, stanno cercando di convincere i due giovani almeno a restituirgli il denaro che gli è stato estorto con l’inganno.
Allo stato attuale, i due sembrano tutt’altro che intenzionati a risarcire i cittadini truffati, molti dei quali anziani residenti in zona, impossibilitati a raggiungere l’ufficio postale più vicino e pertanto costretti dalle circostanze a rivolgersi a loro.
Inoltre, i due sarebbero in procinto di chiudere l’attività a Ponticelli per trasferirsi in una nuova sede in un comune del vesuviano, probabilmente consapevoli di essere stati ormai smascherati.
A riprova delle “cattive intenzioni” dei due nipoti di un elemento di spicco della malavita locale vi è il fatto che cercando l’ufficio postale su Google, cliccando sul sito web indicato si accede al portale “Quiposte”, ma cliccando sulla sezione “trova ufficio postale” la suddetta posta non figura tra quelle accreditate. Nel quartiere Ponticelli, stando alla mappa ufficiale del sito di Poste Italiane, non risulta nessuno sportello abilitato.