Frederick Akwasi Adofo era partito dal Ghana, suo paese d’origine nel 2012. Costretto a fuggire dalla sua terra a caccia di un futuro migliore e pronto anche a rischiare la vita per riuscirci, diretto in Europa, era finito nei lager libici, passando nel deserto del Sahara, prima di salire sul barcone e affrontare il suo viaggio della speranza, quello che porta uomini, donne e bambini a naufragare, talvolta, a pochi chilometri dalla costa.
Frederick ce l’aveva fatta, il suo era un viaggio con un lieto fine, ma che con il senno di poi gli ha riservato un epilogo amaro. Quando è arrivato a Pomigliano D’Arco aveva anche conseguito il diploma, a riprova del forte desiderio di integrarsi e ritagliarsi una vita normale, ma il meglio che era riuscito ad ottenere era racimolare qualche spicciolo aiutando i clienti che uscivano dal supermercato “Piccolo” di via Principe di Piemonte a sistemare la spesa in auto. Quella era la zona in cui era solito anche trascorrere la notte, sistemandosi nel suo sacco a pelo e proprio lungo quella strada ha esalato gli ultimi respiri. Proprio lui che era sopravvissuto al pericolo di naufragare mentre cercava di raggiungere l’Italia. Proprio lui che aveva superato l’ennesimo rigido inverno.
I residenti in zona lo conoscevano e gli volevano bene, erano abituati al suo cordiale saluto e cercavano di aiutarlo, donandogli dei pasti e talvolta ospitandolo quando gli venivano scagliate contro delle pietre mentre dormiva sul ciglio della strada. Già perchè il pestaggio subito da Frederick nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 giugno non era il primo. Era stato preso di mira da quei giovani violenti che nel corso della giornata di mercoledì 21 giugno sono stati fermati, gravemente indiziati di omicidio volontario, commesso con l’aggravante dei futili motivi e della crudeltà.
Determinanti per risalire all’identità degli aggressori, i filmati estrapolati dalle videocamere presenti in zona, una delle quali ha ripreso in toto la violenta aggressione, improvvisa e immotivata, da parte dei minori nei confronti della vittima, che si trovava da sola in strada. I due, dopo aver colpito al volto l’uomo, hanno continuato a sferrare calci e pugni, la maggior parte dei quali indirizzati al capo, quando ormai la vittima era immobile a terra.
“È successo già altre volte e nessuno di noi ha mai fatto qualcosa perché non arrivasse il peggio. Purtroppo il peggio è arrivato. Perdonaci se puoi“, è scritto sul biglietto anonimo riposto su una panchina nei pressi del luogo in cui è avvenuto il pestaggio che ha provocato la morte del 43enne. Ed è tutto quello che resta di Frederick, un uomo sopravvissuto a svariate insidie per continuare a coltivare il sogno di una vita normale e che invece è morto ucciso dalla furia cieca di due ragazzini.