I commercianti taglieggiati e minacciati da Vincenzo Costanzo, 26enne ras del Conocal di Ponticelli ucciso lo scorso 5 maggio a Napoli, non hanno gradito il plateale tributo post mortem andato in scena nel giorno del trigesimo tra le strade del suo rione e che ha visto il corteo di scooter percorrere diversi metri per poi fermarsi in via Roma, nel confinante comune di Volla, proprio nei pressi della comunità Parrocchiale Immacolata a Tavernanoce, dove probabilmente si è celebrata la funzione religiosa.
Il corteo ha percorso poco più di un chilometro, bloccando anche il traffico stradale, così come mostrano i tanti video pubblicati sui social, perchè è bene ricordare che quella andata in scena lo scorso 5 giugno era una manifestazione non autorizzata che agli occhi di chi mastica il gergo camorristico ha assunto un significato ben preciso.
La fragorosa “scesa” di scooter e moto che hanno marcato il territorio in maniera eclatante, decine di persone che indossavano la t-shirt bianca sulla quale era stampato il volto di Costanzo, una grossa foto del ras ucciso portata in gloria come un trofeo, i palloncini bianchi e tutti gli altri immancabili precetti del copione inscenato dagli esponenti della malavita quando sono chiamati a celebrare la morte di un camorrista ammazzato. Non era una semplice parata finalizzata a commemorare Costanzo, tra le tante cose, si è trattato anche di una plateale dimostrazione di forza da parte dei reduci del clan che hanno ostentato un controllo del territorio che hanno esteso ben oltre i confini del loro rione, marciando tra le strade del comune di Volla.
Una performance che ha indispettito ulteriormente le vittime di Costanzo. Sdegnati e indignati al cospetto di quello spettacolo opinabile, non solo gli abitanti del rione minacciati e spremuti come un limone dal giovane che non avrebbe risparmiato nulla anche agli esercenti delle attività commerciali ubicate nei pressi del Conocal e non solo.
Salumerie costrette a consegnare a domicilio abbondanti spese gratuitamente, ma anche a servire il ras e i suoi amici quando gli veniva voglia di concedersi uno spuntino per stuzzicare l’appetito, sena mai percepire un centesimo, ma anche estorsioni da capogiro ad attività commerciali che avrebbero poi subito delle rapine in seguito al diniego di corrispondere al ras la cifra pretesa, vedendosi così costretti a fronteggiare una danno ben più ingente.
Costanzo, così come sono soliti fare molti altri esponenti della malavita contemporanea, avrebbe utilizzato delle auto a noleggio per compiere delle rapine. Nella fattispecie, avrebbe noleggiato un’auto importante del valore di circa 40 mila euro. La targa sarebbe stata segnalata al titolare dell’attività che avrebbe cercato di recuperarla per limitare i danni, ma Costanzo avrebbe optato per la distruzione del veicolo, incendiando l’auto. Una perdita non solo economica, in quanto il proprietario della vettura mandata in fumo avrebbe usufruito solo di un risarcimento parziale, ma anche di carattere affettivo, perchè quella fu la prima auto acquistata dall’uomo per avviare la sua attività e fino a quel momento l’aveva considerata il suo portafortuna.
Quella campagna di beatificazione inscenata da amici, affiliati e parenti ha indispettito e non poco le vittime di Costanzo che tuttora faticano a fare i conti con le tante malefatte subite.