Il triplice fischio di Ermanno Feliciani è il segnale. Finisce Napoli-Sampdoria, la prima contro l’ultima che saluta la serie A (straordinario l’omaggio al napoletano Fabio Quagliarella), e torna, di nuovo, la festa.Una festa continua, interminabile. Napoli come Rio. Fuochi d’artificio, trombe, clacson di auto e le canzoni del cuore celebrano lo storico successo degli azzurri. Terzo scudetto, dopo 33 anni. Un tripudio di bandiere azzurre saluta il trionfo.
Nello stadio che porta il nome del più grande calciatore del mondo, il volto di Maradona è su tantissimi vessilli e incastonato negli striscioni. È qui la festa, allo stadio, ma anche davanti al Maradona, nelle piazze dei maxischermi come il Plebiscito, a Scampia dove viveva Ciro Esposito, il tifoso ucciso prima della finale di Coppa Italia a Roma. Nelle case e in strada, tra i tanti che non sono riusciti a vincere la lotteria di un biglietto per l’ultima partita. Si esulta in provincia dove sono stati allestiti 17 maxischermi ma anche in tanti piccoli paesi. Al largo Maradona il delirio. Migliaia di persone in pochi metri quadrati.Del resto, quella del Napoli è stata davvero un’impresa, sportiva e non solo. Primo sempre, la bellezza di 16 punti sulla seconda classificata. Ma anche un affare per tanti. Grazie al Napoli, sono state vendute migliaia e migliaia tra bandiere e magliette, non sempre ‘ufficiali’, e sono arrivati a più riprese e in vari week end turisti italiani e stranieri.Successo strepitoso con un po’ di malinconia. Per il mancato giro per la città con il bus scoperto che avrebbero tanto desiderato i tifosi. E perchè lascia Spalletti, il condottiero vittorioso. Ma questa sera è comunque festa.
Si è aggiudicato il titolo di miglior attaccante della Serie A, e c’è una ragione: Victor Osimhen è il capocannoniere della stagione 2022/23.
Per Osimhen sono 26 reti in 32 presenze: dato che gli permette di entrare di diritto non solo nella storia del Napoli, ma anche della Serie A.
A Napoli Luciano Spalletti ha fatto la storia, e sarà per sempre ricordato, nonostante tutti si aspettavano un finale diverso. Il tecnico di Certaldo lascerà a fine stagione la panchina azzurra, e nel post partita con la Sampdoria ha rilasciato le ultime dichiarazioni da allenatore dei partenopei. Queste le sue parole: “Dal nostro lato si percepisce tutto questo entusiasmo e felicità che poi diventa difficile da gestire. I tifosi sono strepitosi e sembra di essere nel cuore di Napoli che pulsa come un vulcano. Diventa difficile essere al livello del Napoli. Noi dobbiamo restituire quello che ci danno, ma dare lo stesso amore che ricevi diventa impossibile. Ripensamenti? Non se ne fanno, sono fedele a me stesso. Ho preso questa decisione ragionando. Anche da casa li guarderò sempre e farò il tifo per loro. Non faccio il gufo, non mi appartiene. Ci saranno dei passaggi che ci metteranno in difficoltà. vederli giocare il prossimo anno sapendo che sarei potuto essere la, metterà un po’ di emozione. Al prossimo allenatore direi di fidarsi di questi ragazzi che hanno una qualità umana e calcistica assurda. Il tatuaggio sarà la mia bellissima cicatrice”.