Restano in carcere il 23enne Gaetano Maranzino e il 19enne Matteo Nocerino, rispettivamente cugino materno e cugino acquisito di Vincenzo Costanzo, il ras del Conocal ucciso in un agguato di camorra, lo scorso 5 maggio, in piazza Volturno a Napoli.
I due erano stati arrestati dagli agenti del commissariato San Giovanni-Barra la sera successiva all’omicidio di Costanzo, al culmine di una sequenza concitata di eventi. Un agente libero dal servizio ha notato un gruppo di centauri allontanarsi proprio da piazza Volturno, teatro dell’agguato costato la vita a Costanzo, dopo aver compiuto una “stesa”, ovvero: l’esplosione di colpi d’arma da fuoco in aria a scopo intimidatorio. L’agente ha quindi diramato l’allarma alla centrale operativa e il commando è stato intercettato da una volante in via Alessandro Volta. Al culmine di un inseguimento, nel corso del quale uno dei due arrestati non ha esitato a puntare una pistola contro i poliziotti, questi ultimi sono riusciti a bloccare i due giovani parenti di Costanzo che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip nel corso dell’udienza che si è svolta lunedì 8 maggio.
I due sono accusati di detenzione, porto illegale di arma da fuoco, esplosione di colpi di arma da fuoco, resistenza a Pubblico Ufficiale e ricettazione con l’aggravante del metodo mafioso.
Accuse confermate, Maranzino e Nocerino restano in carcere, troppo schiaccianti le prove a loro carico: dalla testimonianza del poliziotto fuori servizio che ha diramato l’allarme a quelli che hanno tallonato lo scooter – risultato rubato la sera prima – e che poi li hanno bloccati ed arrestati. Prossimo step il riesame.
Intanto procedono a ritmi serrati le indagini volte a far luce sull’omicidio del 26enne ras del Conocal. La pista più accreditata continua ad essere quella che conduce all’epurazione interna. La condanna a morte che pendeva sul capo di Costanzo era ben visibile agli occhi di chi si destreggia tra i palazzoni dello stesso rione di Ponticelli già nei giorni precedenti al delitto e proprio per questo motivo il suo omicidio non ha colto di sorpresa gli esponenti della malavita locale. Resta solo da chiarire chi è entrato in azione e chi ha fornito appoggio ai killer, segnalando la presenza di Costanzo su quella panchina in piazza Volturno a Napoli, mentre erano in corso i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto del club azzurro. Così come resta da chiarire la posizione del gruppo di amici che ha trascorso la prima parte della serata insieme a Costanzo per poi lasciarlo solo su quella panchina, contestualmente all’arrivo dei sicari. Un atteggiamento che stride con “la stesa” inscenata la sera successiva che sembra dettata dall’impellente necessità di rafforzare agli occhi degli inquirenti e dell’opinione pubblica la tesi della rissa sfociata in tragedia. Non resta che attendere l’epilogo delle indagini per scoprire come sono andate veramente le cose.