La sigla Neet è l’acronimo della definizione inglese “Not in Education, Employment or Training”, e indica la quota di popolazione di età compresa fra i 15 e i 29 anni che non lavora e non sta seguendo un corso di studi o di formazione di qualsiasi tipo. In Italia la definizione comprende giovani fino ai 34 anni.
I (tristi) numeri dei Neet italiani
L’Italia, purtroppo, è il Paese europeo con la più vasta platea di persone che rientrano fra i Neet. Nel 2020 se ne contavano ben tre milioni, con una prevalenza femminile costante (1,7 milioni).
In Italia, sono le regioni del Sud a detenere il poco invidiabile primato per la percentuale di giovani Neet, che arriva al 39%, mentre al Centro e al Nord è del 23% e 20% rispettivamente. Tutte le regioni superano la media europea, che è del 15%, ma Sicilia, Campania e Calabria sono fra il 40% e il 38%.
Nelle regioni meridionali, inoltre, con l’aumentare dell’età la percentuale di Neet aumenta. Le giovani donne sposate e con figli spesso si rassegnano a rimanere inattive, perché oberate da impegni di cura della famiglia, rinunciando così a seguire le proprie aspirazioni. Basti pensare che in Campania 6 mamme lavoratrici su 10 si sentono in colpa rispetto ai propri figli, pensando di dedicare loro troppo poco tempo a causa del lavoro.
Parallelamente alla diffusione di questo grave fenomeno, molte aziende non riescono a trovare personale con una formazione adeguata.
Possibili espedienti contro la dispersione scolastica
Il fenomeno è grave, perché comporta il permanere di una larga fetta della popolazione giovanile in una condizione di incertezza, senza prospettive per il futuro. Alcuni giovani in realtà lavorano in nero, quasi sempre malpagati e in attività scarsamente adeguate alle proprie attitudini.
Non è facile né immediato ridurre le tristi percentuali viste in precedenza, ma alcune soluzioni sono possibili e attuabili sin da subito.
Un aiuto, per esempio, può arrivare dalla formazione a distanza. Oggi è possibile scegliere tra moltissimi corsi di laurea telematici diversi. L’elenco completo è consultabile online e comprende non solo le facoltà più scelte come Economia, Scienze Politiche, Ingegneria, ma anche tanti altri indirizzi. Studiando da remoto è possibile anzitutto risparmiare numerose spese (come un eventuale affitto e i costi per gli spostamenti), ma anche usufruire di molti altri vantaggi, come i tutor personali sempre disponibili e le iscrizioni sempre aperte.
Per ridurre le percentuali di Neet, inoltre, è necessario rivalutare l’istruzione tecnica e professionale, spesso snobbata dai ragazzi, che può dare una formazione assolutamente in linea con le richieste del mercato del lavoro.
A questo proposito, è molto importante anche l’orientamento, che deve puntare a stimolare il naturale desiderio di migliorare dei giovani. Vanno in questo senso iniziative come la creazione del portale gratuito “MiAssumo”. Questa piattaforma digitale, utilizzando anche giochi di ruolo, si propone di accompagnare i giovani dalla scuola media all’università alla scoperta delle proprie competenze, guidandoli fino alla compilazione di un curriculum vitae. Un’iniziativa formativa molto utile per aiutare i ragazzi e le ragazze a comprendere meglio le loro potenzialità e attitudini.