Ignari di essere intercettati, i familiari di Ciro Naturale detto ‘o mellone, erede designato dal boss Marco De Micco e a lui subentrato nella gestione dell’omonimo clan in seguito al suo arresto, forniscono agli inquirenti la cronaca in tempo reale delle concitati fasi che seguirono l’esplosione dell’ordigno che lo scorso 23 luglio distrusse l’auto della moglie di Naturale, unitamente alle altre vetture parcheggiate accanto. Un fatto che genera il disappunto della donna, dispiaciuta per il danno arrecato alla gente comune che era solita fare sacrifici e dedita al lavoro onesto.
“Ma davvero facciamo? io me ne devo scappare dalla vergogna… io ho pure vergogna nei confronti di questa gente… questa sotto a dei neonati”, afferma la moglie di Naturale, negli attimi successivi all’esplosione dell’ordigno indirizzato alla sua Yeep.
In seguito all’esplosione, Mimmo Naturale, fratello di Ciro, sostiene di aver appreso da suo figlio Giovanni che l’esplosione dell’ordigno era stata preceduta da un’altra azione eclatante: una “stesa” sul corso Ponticelli.
Fin da subito, le donne di casa Naturale riconducono il raid ai De Luca Bossa, apostrofandoli “quelli di sopra le case” – dicitura utilizzata nel gergo locale per definire gli affiliati al clan del Lotto O – e precisando che contestualmente alla scarcerazione di Christian Marfella avessero iniziato ad alzare il tiro, fino a giungere al compimento di un’azione così eclatante.
La figlia 17enne di Naturale, inoltre, rivela di essere stata bersaglio per strada di atti intimidatori e minacce di morte da parte di Christian Marfella che le avrebbe intimato di comunicare al padre che i De Micco gli avevano ucciso due cugini (Antonio Minichini e Carmine D’Onofrio) e pertanto annunciava l’intenzione di vendicarsi uccidendo due sorelle.
“Digli a tuo padre che si crede che non lo devo intossicare? due cugini a me e due sorelle a te”, questa la frase riportata dalla giovane figlia di Naturale che poi aggiunge che lei e la sorella fossero ormai “carta bruciata”, perchè odiate dai rivali intenzionati a portare a compimento il piano di vendetta.
Un’affermazione che manda su tutte le furie la moglie di Naturale che dal suo canto rincara la dose: “Sai quando ci sveglieremo qua? Quando succederà qualcosa.”
Ciro Naturale non fa nulla per nascondere il timore di finire vittima di un agguato e durante i concitati attimi che seguirono quel raid che definì “un fatto grosso”, rivela ai familiari presenti che poco prima dell’esplosione aveva ricevuto una citofonata alla quale non aveva risposto, pensando che si trattasse di un errore.
Gli arresti odierni confermano i sospetti covati fin da subito dalla famiglia Naturale: il mandante dell’azione intimidatoria che rese l’aria irrespirabile quella notte, arrecando danni anche ai residenti in zona, è Christian Marfella, mentre gli esecutori materiali Luca Concilio, Alessandro Ferlotti e Lorenzo Valenzano.