Filippo Bernardini, trentenne originario di Terni, è riuscito a conquistare le pagine dei media nazionali ed internazionali: è lui l’ormai celeberrimo “ladro di manoscritti”.
Le gesta per cui è balzato agli onori della cronaca, da diversi anni, avevano generato scompiglio nel mondo dell’editoria: il trentenne ha confessato di aver rubato oltre mille manoscritti di libri non ancora pubblicati. Confermando così l’accusa rivolta dalla procura federale di New York, nell’ambito di un patteggiamento della pena. Il trentenne, colpevole di frode telematica, sarà condannato ad aprile. Il reato, secondo quanto ricostruisce la Bbc, comporta una pena massima di 20 anni di carcere.
«Sapevo che le mie azioni erano sbagliate», ha detto Bernardini davanti alla Corte. Il movente delle sue azioni, tuttavia, rimane poco chiaro: i manoscritti non sarebbero stati diffusi su Internet, né sono state fatte richieste di riscatto. La pista ritenuta più probabile, al momento, è dunque quella di un appagamento personale, derivante dal riuscire a leggere i libri ottenuti prima di chiunque altro.
Bernardini riusciva a farsi consegnare i testi impersonando diversi personaggi del mondo dell’editoria, sfruttando la sua conoscenza interna del settore: lavorava infatti per la casa editrice statunitense Simon & Schuster, nell’ufficio diritti della filiale londinese. Sarebbe riuscito a creare oltre 160 indirizzi e-mail simili a quelli di persone realmente esistenti, cambiando solo qualche lettera. Aveva così raggiunto e fatto cadere nella rete agenti, redattori e giudici del Booker Prize. Ricevendo i testi di libri scritti da autori anche molto famosi: da Margaret Atwood a Ethan Hawke, da Stieg Larsson a Sally Rooney. I suoi «bersagli» sarebbero stati sparsi in tre continenti: Europa, America e Asia. Prima che venisse individuato il reale colpevole, circolavano le teorie più disparate sull’identità del «ladro di manoscritti». Vennero persino ipotizzate influenze straniere che cercavano di destabilizzare l’offerta culturale dell’Occidente, o il tentativo di qualche produttore di Hollywood di appropriarsi indebitamente di nuove storie per i suoi film. Invece, il 5 gennaio 2022, l’Fbi ha arrestato il trentenne ternano all’aeroporto JFK di New York, dove era appena atterrato per una vacanza. Daniel Sandström, direttore della casa editrice svedese Albert Bonniers Förlag (tra quelle prese di mira), ha commentato alla Bbc: «C’è un enigma psicologico alla base di questa storia».