Il mancato agguato andato in scena nel pomeriggio di mercoledì 24 agosto ha stravolto gli equilibri camorristici a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli dove negli ultimi tempi la criminalità è tornata ad impugnare le armi per rimarcare la sua inquietante presenza.
Strade presidiate dalle pattuglie delle forze dell’ordine e posti di blocco nelle zone strategiche del quartiere: questo il clima che campeggia a Ponticelli, a 24 ore di distanza dall’ultimo sussulto di camorra.
Dopo l’agguato indirizzato a Christian Marfella, da parte di un commando a bordo di un’automobile, supportato da altre due persone in sella ad altrettante motociclette, al quale l’attuale reggente del clan De Luca Bossa è sopravvissuto miracolosamente, il quartiere è ripiombato nel silenzio.
Il figlio di Teresa De Luca Bossa e del boss di Pianura Giuseppe Marfella, tornato a Ponticelli lo scorso 27 giugno per scontare il resto della pena agli arresti domiciliari fino a settembre e monitorato a distanza con il braccialetto elettronico, da qualche settimana sta beneficiando di un permesso premio di due ore, dalle 18 alle 20. Un paio d’ore quotidianamente spese per marcare il territorio a suon di “scese”, scorribande in sella a moto di grossa cilindrata, rigorosamente a volto scoperto, nell’ambito delle quali Marfella è affiancato dalle altre reclute del clan del Lotto O. Delle vere e proprie “parate” inscenate nelle roccaforti dei rivali. Una condotta che nel gergo camorristico assume un significato ben preciso: sfidare e contestare l’egemonia del clan rivale, indirizzando al contempo un segnale intimidatorio.
L’atto di ribellione intrapreso dai De Luca Bossa, contestualmente alla scarcerazione di Marfella, ha però subìto una brusca battuta d’arresto nelle ultime ore. Uno stop forzato, scaturito da una variabile imprevedibile che pare abbia colto di sorpresa l’aspirante boss di Ponticelli.
L’agguato al quale Marfella è sopravvissuto miracolosamente lo ha sicuramente riportato con i piedi per terra, inducendolo a fare i conti con “i rischi del mestiere”, quelli che in preda alla foga di rivalsa aveva tralasciato. La camorra, però, è fin troppo abile a presentare il suo salatissimo conto, cogliendo alla sprovvista il destinatario del verdetto. E’ stato scaltro e fortunato, Marfella, riuscendo a schivare i colpi di pistola a lui indirizzati mentre percorreva il rione De Gasperi a bordo della sua moto, com’era solito fare durante le ore di permesso. O meglio, come ha fatto fino allo scorso mercoledì.
All’indomani dello scampato agguato, Marfella ha dato forfait. Ha rinunciato alla consueta passeggiata in moto tra le strade del quartiere ed è rimasto rintanato nel Lotto O. Un atteggiamento dal quale trapela il momento di difficoltà attraversato dal leader del clan De Luca Bossa. Forse sta prendendo tempo per studiare e pianificare la replica all’agguato subìto o semplicemente essere scampato alla morte lo ha indotto ad optare per una politica meno scellerata, rispetto a quella che ha finora contraddistinto il suo ritorno a Ponticelli.
Con le strade presidiate dalle forze dell’ordine, non solo Marfella, ma anche gli altri interpreti della malavita locale stanno adottando un atteggiamento più prudente, guardandosi bene dal mostrarsi in giro. Ciononostante, al calar del sole, scatta il coprifuoco.