All’indomani della manifestazione svoltasi nel quartiere napoletano di Pianura lo scorso venerdì 8 luglio, il “prete anti-spaccio” Don Antonio Coluccia è tornato a passeggiare tra le strade della periferia occidentale di Napoli, di recente, tornata sotto i riflettori dei media e delle forze dell’ordine.
Il prete salentino, da anni sotto scorta e diventato un simbolo della lotta contro le mafie, si è concesso una passeggiata tra le case popolari di via Torricelli dove, attratto dalla presenza di un gruppo di bambini, si è fatto consegnare un pallone per giocare insieme a loro. Sorpresi dalle doti calcistiche sfoggiate dal sacerdote, i giovani abitanti del quartiere hanno esternato stupore ed entusiasmo. Infine, Don Antonio, ha scambiato qualche simpatica battuta con loro, congedandoli con la promessa di tornare a fargli visita quanto prima.
Di tutt’altra caratura, invece, la visita a sorpresa che ha ricevuto un elemento di spicco della malavita locale residente in via Gentileschi, all’incrocio con via Napoli. Non appena hanno intravisto le pattuglie della Polizia di Stato che scortavano il sacerdote, le vedette presenti in strada per sorvegliare la zona, si sono dileguate. Don Antonio ha impugnato il suo megafono e ha rivolto parole di severa e dura condanna a chi vive lasciandosi ispirare dal credo camorristico.
Non si è trattato di un’apparizione sporadica: Don Antonio ha annunciato la forte volontà di battere con frequenza le strade in balia della camorra del quartiere del fondatore del suo ordine, San Giustino, soprattutto per rispondere con i fatti all’accorato appello indirizzatogli da tante madri che gli hanno chiesto aiuto per salvare i loro figli dalle insidie della droga e della malavita. Una richiesta che un prete come Don Antonio non intende, di certo, lasciare inascoltata.