Le dichiarazioni rese da Rosario Rolletta, l’ultimo pentito eccellente, in passato legato alla camorra ponticellese, iniziano a sortire i primi effetti.
Il retroscena emerso in relazione ai voti di scambio in occasione delle elezioni regionali del 2020, hanno acceso i riflettori degli inquirenti su alcuni esponenti della politica, ma anche su quelli della criminalità locale.
Oltre al nome di Carmine Mocerino, 53enne consigliere regionale, capo del Gruppo De Luca presidente, risultano indagati anche diversi soggetti legati alla criminalità organizzata tra i quali spiccano i nomi di Pasquale Salvatore Ronza, 33 anni, soprannominato «calimero», e Mario Chiummariello, 34 anni, soprannominato «guappariello», per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Chiummariello è stato arrestato, mentre Ronza si è reso irreperibile ed è tuttora ricercato.
E’ riuscito a sventare l’arresto “Calimero”, proprio accadde nel 2015, quando all’età di 26 anni risultò invischiato, insieme ad altre tre persone, in un giro di rolex rubati scoperto a Pompei. La latitanza di Ronza, in quell’occasione, durò circa due mesi. “Calimero” fu arrestato nel cuore della notte. Gli agenti del commissariato di Pompei con la collaborazione di quelli del commissariato di Ponticelli, lo stanarono mentre era ancora in pigiama, nell’appartamento in cui si nascondeva proprio a Ponticelli.
In quell’occasione fece parlare di sè anche per l’atteggiamento di sfida indirizzato ai giornalisti che immortalarono la sua cattura ai quali mostrò il dito medio, così come comprova il video di una testata giornalistica locale.
Nel quartiere della periferia orientale di Napoli, “Calimero” ha rinsaldato la sua collocazione nell’ambito dello scacchiere camorristico locale, legandosi sentimentalmente alla figlia di Domenico Amitrano, soprannominato “Mimì a puttana”, perno portante del cartello camorristico capeggiato dai De Luca Bossa. Ronza e Chiummariello avrebbero provveduto a pestare Ciro Bisogni, 47 anni, soprannominato «o’ Cecoff», reo di aver reclutato voti per conto di Mocerino, senza versare nelle casse del cartello di cui il suocero era un perno la quota di mille euro, come tangente per la compravendita di voti ai De Luca Bossa Minichini, il clan egemone a Ponticelli in quel momento storico.
Secondo i ben informati, in seguito all’arresto del suocero, “Calimero” avrebbe ulteriormente consolidato il suo ruolo nell’ambito della scena malavitosa e il pestaggio di “o’ Cecoff'” non sarebbe l’unico episodio eclatante compiuto dal genero di Amitrano. Di certo, le foto ostentate sui social network dalla sua compagna, narrano un tenore di vita altissimo fatto di vacanze in resort di lusso, auto costose, abiti griffati, cene nei ristoranti più facoltosi, viaggi, regali, gioielli. Uno stile di vita tutt’altro che confacente a due giovani qualunque residenti in un quartiere sempre più in ostaggio del degrado e della malavita.