“Come diventare una donna di successo”, “cosa fare per diventare una donna di successo”; sono solo alcune delle frasi più comuni digitate sui motori di ricerca in materia di empowerment femminile.
Ma come s’intende oggi per “donna di successo”?
A rispondere a questo quesito è Emanuele Giuseppe Adiletta, dottore in scienze e tecniche psicologiche e terapista sessuale, attualmente impegnato nel promuovere e normare in Campania la figura del Sex Worker con il centro di Ricerca e Formazione in Medicina e Psicologia.
“Ascolto molte donne che nel descrivere la forza, l’impegno che impiegano nei vari compiti che svolgono utilizzano termini come: “Cazzuta”, “una donna con gli attributi”, “leonessa”, “donna di ferro “. Non sono altro che un chiaro richiamo ai genitali maschili ed al simbolo di potere che rappresentano. Essere donne di successo ha assunto la funzione di assimilare il maschile ed essere come i maschi. Lo abbiamo visto anche nella serie di successo Il Trono di Spade, nel ruolo della regina delle Isole di Ferro che per garantirsi il rispetto dei suoi uomini doveva essere come loro, se non peggio”.
Quindi esiste un errore di atteggiamento delle donne dinanzi la società?
Quando ci si mette dinanzi lo specchio la mattina l’atteggiamento da assumere per essere in carriera e decise sulla propria vita sembra essere quello di abbandonare la femminilità ed accogliere in sé la logica maschile che è fondata sul potere, divenendo la copia esatta di quella categoria maschile che alimenta questo schema. Il femminismo, oggi, vede l’emancipazione come il trasformare il femminile nel maschile, quando emancipazione in realtà vuol dire mettere in discussione l’attuale modello di potere, altrimenti quello che si osserva è l’aumento di donne che schiacciano altre donne divenendo complici del potere maschile penetrativo: “Essere fottuti“ indica perdere uno scontro di potere usando un linguaggio sessuale che indica la capacità di utilizzo dei genitali maschili come atto di dominio.
È il linguaggio il potere maschilista sulle donne?
Una donna che fa bene le cose è deve farle come un uomo, questo è il metro di paragone. Basti pensare a come guida una donna, se guida bene, guida proprio come un uomo, accettando passivamente che tutti gli uomini sono bravi alla guida. Il pensiero maschilista si traduce nel linguaggio maschilista, quindi il maschilismo si può travestire da complimento e diventare quello specchio in cui una donna s’identifica.