Slitta al prossimo 6 aprile la sentenza del processo Eternit bis di Napoli che vede come unico imputato Stephan Ernest Schmidheiny, imprenditore ed ex proprietario della Eternit.
In udienza presso la Corte di Assise del tribunale di Napoli, terminata nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 23 marzo, hanno discusso gli avvocati della difesa accusato dell’omicidio volontario (in questo troncone del processo Eternit bis), di 6 operai dello stabilimento di Bagnoli dell’azienda che prende il nome dal cemento – amianto e di 2 loro familiari.
L’avvocato Guido Carlo Alleva, in particolare, ha sottolineato in primo luogo come non ci sarebbe stata alcuna volontà da parte dell’imprenditore di accettare la morte dei propri dipendenti in nome del profitto. Ha sottolineato che le conoscenze dell’epoca non erano quelle di oggi e, in merito, ha citato la sentenza ThyssenKrupp sulla distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente. Ha quindi spiegato come il mesotelioma sia un tumore che può essere facilmente confuso con altri e che la valutazione venne effettuata sulla base di schede INAIL. Facendo una revisione critica sulle diagnosi, ha spiegato come all’epoca fossero effettuate dopo una radiografia. Sarebbero invece serviti esami più specifici per avere la certezza che la causa fosse proprio l’amianto. Si è servito poi di un cartellone per evidenziare le opinioni concordanti di tutti i consulenti sentiti in aula intervenuti sul periodo della latenza convenzionale. Voleva dimostrare che nessuno può essere certo di quale esposizione abbia causato nel singolo caso il mesotelioma, dato che il periodo di latenza andrebbe secondo alcuni studi dai 4 agli 85 anni.
I 6 operai deceduti e i 2 loro familiari hanno respirato per anni le fibre e le polveri dell’asbesto utilizzato nell’azienda di via Cattolica, a Napoli, nella frazione di Bagnoli.
Il sito industriale aprì negli anni ’40, chiuse durante la guerra, per poi ripartire e restare attivo fino al 1985. Produceva lastre, canaloni, tubi e pezzi speciali per l’edilizia. Nel 1979 vi erano impiegati 534 operai. L’Osservatorio Nazionale Amianto, da anni al fianco delle vittime e delle famiglie, attraverso il suo Presidente, l’avv. Ezio Bonanni, affiancato dall’avv. Flora Rosa Abate, si è costituita parte civile.
Durante la scorsa udienza, avvenuta il 2 marzo 2022, i pubblici ministeri Anna Frasca e Giuliana Giuliano, dopo essersi convinte della responsabilità di Schmidheiny e aver ricostruito la storia dello stabilimento e delle 8 vittime dell’amianto, hanno chiesto per lui 23 anni e 11 mesi di reclusione.
Il dibattimento del processo Eternit bis (di primo grado), a Napoli è stato lungo e a tratti difficile. Emblematiche le testimonianze dei lavoratori in alcuni periodi addirittura costretti a coprirsi la bocca con i fazzoletti perché non venivano fornite regolarmente le mascherine. Importante per l’accusa, invece, la testimonianza del fratello dell’imputato, che ha spiegato che in casa, nella sua famiglia, la pericolosità dell’amianto fosse nota e che, sempre secondo le sue dichiarazioni, i rischi sarebbero stati più volte insabbiati.
I PM, durante la lunga requisitoria, hanno escluso le aggravanti per l’imputato, ma hanno però sottolineato il modo sprezzante di Ernest Schmidheiny di affrontare questa triste vicenda anche con la stampa.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, garantisce assistenza medica e legale e ha creato anche una App (http://app.onanotiziarioamianto.it/), per le segnalazioni, per contribuire a mettere in sicurezza i siti contaminati.