La morte a Kiev di Brent Renaud, giornalista ucciso dalle forze russe mentre insieme ad altri reporter stava documentando la fuga dei profughi, ha richiamato alla memoria l’agguato che è costato la vita ad Andrea Rocchelli, il 31enne fotoreporter italiano ucciso il 24 maggio del 2014 ad Andreevka da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino durante la guerra del Donbass.
Con Andrea Rocchelli quel giorno c’erano anche l’attivista dei diritti umani e interprete Andrej Nikolaevi Mironov, rimasto ucciso nell’attacco, il fotoreporter francese William Roguelon e l’autista locale, rimasti feriti. Il gruppo stava documentando le condizioni dei civili che si trovavano tra il fuoco dell’esercito ucraino e le postazioni dell’artiglieria separatista.
Rocchelli è stato giustiziato a 30 anni perchè, insieme ad altri amici e colleghi, stavano raccogliendo immagini e notizie sui bombardamenti contro le popolazioni civili, per questo divennero il bersaglio dei soldati fascisti cheli inseguirono con colpi di mortaio e di mitragliatrice, fino a che riuscirono ad ucciderli.
Un omicidio cercato e voluto dalle truppe del regime di Kiev, che da anni persegue la pulizia etnica verso i civili, ma che non vuole testimoni.
Andrea Rocchelli, il fotoreporter di Pavia ucciso il 24 maggio del 2014 all’età di 31 anni, assieme all’attivista per i diritti umani Andrej Mironov, ha pagato con la vita la volontà di documentare dei crimini di guerra.
Vitaly Markiv, comandante dell’esercito nazionale di Kiev, dopo indagini, menzogne e prove a suo carico comprese intercettazioni, viene arrestato nel 2017 per l’omicidio di Andrea.
Dopo aver trascorso tre anni in carcere, è tornato in Ucraina ed è oggi considerato un eroe.
La storia di Andrea Rocchelli ricorda moltissimo quella del reporter americano andato incontro ad analoga sorte poche ore fa e non solo perchè entrambi sono stati assassinati in territorio ucraino.
Come riporta il ‘Pulitzer Center’, il reporter Renaud ha lavorato in giro per il mondo, documentando molti dei conflitti e delle zone più calde dell’ultimo decennio, incluse le guerre in Iraq e Afghanistan, il terremoto ad Haiti, la guerra alla droga in Messico e le turbolenze politiche in Egitto.
Renaud ha contribuito alla realizzazione di film e programmi televisivi che hanno ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui un Peabody Award, un IDA Award per la migliore serie TV, due Overseas Press Club Awards, due Columbia Dupont Awards e un Edward R. Murrow Award per il loro lavoro con il ‘New York Times’.