Filippo Salsone, classe 1942, originario del comune calabrese di Brancaleone, capo della Polizia Penitenziaria, si trovava in servizio provvisorio a Napoli, presso il carcere di Poggioreale.
Il 7 febbraio del 1986, alle 20.30, mentre rientrava da Brancaleone a bordo della sua auto, dove aveva trascorso alcuni giorni di congedo ordinario in compagnia della moglie e del figlio, in prossimità dell’abitazione la vettura viene raggiunta da una raffica di colpi di arma da fuoco che uccidono Filippo Salsone e feriscono gravemente il figlio. I colpi sono sparati con una lupara e una pistola.
Il Maresciallo Salsone aveva prestato servizio in altri istituti penitenziari della Calabria, tra cui Cosenza, nel periodo in cui la mafia aveva ucciso il direttore Sergio Cosmai. Nel corso delle successive indagini è emerso il chiaro stampo mafioso dell’omicidio.
Diverse furono le ipotesi investigative, ma la svolta nelle indagini si ebbe con le dichiarazioni del pentito Franco Pino, boss della ‘ndrangheta, il quale confermò di essere stato il mandante dell’omicidio Salsone, in quanto il sottufficiale era stato estremamente rigoroso sul posto di lavoro presso il carcere di Cosenza, dove aveva lavorato in precedenza.
Tuttavia, non esiste alcuna sentenza definitiva a carico di assassini e mandanti.
Riconosciuto dal Ministero dell’Interno “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980, il 12 maggio 2010 il Maresciallo Filippo Salsone è stato insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria.
A Filippo Salsone è intitolata la casa Circondariale di Palmi (RC).