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Video – Il discorso di insediamento del Presidente Mattarella

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
4 Febbraio, 2022
in In evidenza, News
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afp_9xy8fw-kh1c-u332053017798683e-656x492corriere-web-sezioniIl presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giurato giovedì pomeriggio, quattro giorni dopo la sua rielezione. Ha tenuto anche il suo discorso al Parlamento in seduta comune, e ha cominciato dicendo che «il parlamento e i rappresentanti delle regioni hanno preso la loro decisione, ed è per me una nuova chiamata inattesa alla responsabilità, a cui tuttavia non posso e non ho voluto sottrarmi».

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Non ha detto niente di particolarmente inatteso, ma ha fatto un discorso diverso rispetto a quello della rielezione di Giorgio Napolitano: non ha infatti collegato la sua permanenza al Quirinale all’approvazione di alcune riforme o al raggiungimento di alcuni obiettivi. È stato, insomma, il discorso di un presidente apparentemente intenzionato a rimanere in carica per l’intero settennato, come prevede la Costituzione, cosa che Mattarella sta cercando di mettere in chiaro nelle sue dichiarazioni e nei suoi atteggiamenti dopo la rielezione.

 

Ha ringraziato i parlamentari «per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica» e annunciando che «la lettera e lo spirito della nostra carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione». Commentando i giorni della sua elezione, ha detto che le attese dei cittadini più «insofferenti» alla politica «sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi da uno stato di forte incertezza», aggiungendo che gli ultimi giorni sono stati «travagliati per tutti, anche per me».

Il Corriere della Sera ha contato 55 applausi del Parlamento, che più volte ha interrotto Mattarella per fare delle standing ovation, specialmente nella seconda parte del discorso.

Mattarella ha poi passato in rassegna molti argomenti e questioni di attualità importanti, richiamando l’attenzione sulla fase della pandemia che stiamo attraversando e sull’importanza della campagna vaccinale per uscirne. Ha parlato dei fondi del PNRR, del ruolo dell’Italia nell’Unione Europea e viceversa del ruolo dell’Unione Europea nell’Italia.

 

«Da molti decenni i paesi europei possono godere del dividendo di pace» ha detto, aggiungendo che «non possiamo accettare che ora, senza neppure la giustificazione della competizione tra sistemi economici e politici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale» in un evidente riferimento alle tensioni al confine tra Ucraina e Russia.

 

In uno dei passaggi più applauditi dal Parlamento, Mattarella ha fatto una critica nemmeno troppo velata alle modalità con cui il governo Draghi (e probabilmente anche quello precedente, di Giuseppe Conte) hanno approvato le leggi contenenti le restrizioni sulla pandemia senza passare dal Parlamento, sfruttando lo strumento dei DPCM. È stato uno dei passaggi di gran lunga più applauditi dai parlamentari.

Vanno tenute unite due esigenze irrinunciabili: rispetto dei percorsi di garanzia democratica, e insieme tempestività delle decisioni. Per questo è essenziale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione e della costruzione del consenso intorno alle decisioni che si assumono. Il luogo in cui la politica riconosce, valorizza e immette nelle istituzioni ciò che di vivo emerge dalla società civile. Così come è decisivo il ruolo e lo spazio delle autonomie, il dualismo delle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione, come abbiamo visto nel corso dell’emergenza pandemica, rafforza la democrazia e la società.

Quel che appare comunque necessario, nell’indispensabile dialogo tra governo e parlamento, è che particolarmente sugli atti fondamentali di governo del paese, il parlamento sia posto in condizione sempre di poterli esaminare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio, non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi.

Il Post

 (Roberto Monaldo / LaPresse)

QUIRINALE 2022 GIOVEDÌ 3 FEBBRAIO 2022

Cosa ha detto Mattarella nel suo discorso

Il presidente della Repubblica ha giurato e ha parlato al Parlamento soffermandosi a lungo sul concetto di «dignità»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giurato giovedì pomeriggio, quattro giorni dopo la sua rielezione. Ha tenuto anche il suo discorso al Parlamento in seduta comune, e ha cominciato dicendo che «il parlamento e i rappresentanti delle regioni hanno preso la loro decisione, ed è per me una nuova chiamata inattesa alla responsabilità, a cui tuttavia non posso e non ho voluto sottrarmi».

Non ha detto niente di particolarmente inatteso, ma ha fatto un discorso diverso rispetto a quello della rielezione di Giorgio Napolitano: non ha infatti collegato la sua permanenza al Quirinale all’approvazione di alcune riforme o al raggiungimento di alcuni obiettivi. È stato, insomma, il discorso di un presidente apparentemente intenzionato a rimanere in carica per l’intero settennato, come prevede la Costituzione, cosa che Mattarella sta cercando di mettere in chiaro nelle sue dichiarazioni e nei suoi atteggiamenti dopo la rielezione.

Ha ringraziato i parlamentari «per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica» e annunciando che «la lettera e lo spirito della nostra carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione». Commentando i giorni della sua elezione, ha detto che le attese dei cittadini più «insofferenti» alla politica «sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi da uno stato di forte incertezza», aggiungendo che gli ultimi giorni sono stati «travagliati per tutti, anche per me».

Il Corriere della Sera ha contato 55 applausi del Parlamento, che più volte ha interrotto Mattarella per fare delle standing ovation, specialmente nella seconda parte del discorso.

Mattarella ha poi passato in rassegna molti argomenti e questioni di attualità importanti, richiamando l’attenzione sulla fase della pandemia che stiamo attraversando e sull’importanza della campagna vaccinale per uscirne. Ha parlato dei fondi del PNRR, del ruolo dell’Italia nell’Unione Europea e viceversa del ruolo dell’Unione Europea nell’Italia.

«Da molti decenni i paesi europei possono godere del dividendo di pace» ha detto, aggiungendo che «non possiamo accettare che ora, senza neppure la giustificazione della competizione tra sistemi economici e politici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale» in un evidente riferimento alle tensioni al confine tra Ucraina e Russia.

In uno dei passaggi più applauditi dal Parlamento, Mattarella ha fatto una critica nemmeno troppo velata alle modalità con cui il governo Draghi (e probabilmente anche quello precedente, di Giuseppe Conte) hanno approvato le leggi contenenti le restrizioni sulla pandemia senza passare dal Parlamento, sfruttando lo strumento dei DPCM. È stato uno dei passaggi di gran lunga più applauditi dai parlamentari.

Vanno tenute unite due esigenze irrinunciabili: rispetto dei percorsi di garanzia democratica, e insieme tempestività delle decisioni. Per questo è essenziale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione e della costruzione del consenso intorno alle decisioni che si assumono. Il luogo in cui la politica riconosce, valorizza e immette nelle istituzioni ciò che di vivo emerge dalla società civile. Così come è decisivo il ruolo e lo spazio delle autonomie, il dualismo delle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione, come abbiamo visto nel corso dell’emergenza pandemica, rafforza la democrazia e la società.

Quel che appare comunque necessario, nell’indispensabile dialogo tra governo e parlamento, è che particolarmente sugli atti fondamentali di governo del paese, il parlamento sia posto in condizione sempre di poterli esaminare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio, non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi.

Mattarella ha poi parlato della necessità della riforma della giustizia – accolto anche in questo caso da una standing ovation – che «per troppo tempo è divenuta un tema di scontro, che ha fatto perdere di vista le esigenze della collettività». «L’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della magistratura devono corrispondere alle pressanti richieste di efficienza e credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini. È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento, affinché il Consiglio superiore della magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la magistratura può contare e superando logiche di appartenenza che per dettato costituzionale devono restare estranee all’ordine giudiziario».

Ha poi continuato sottolineando che «è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani, e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri», parlando anche di giovani in «periferie esistenziali» e costretti in lavori «precari e malfamati». «Le disuguaglianze non sono il prezzo da pagare per la crescita, sono piuttosto il freno per una prospettiva reale di crescita».

Mattarella ha dedicato l’ultima parte del suo discorso al concetto di dignità. «La dignità è azzerare le morti sul lavoro» ha detto citando il caso di Lorenzo Parelli, il 18enne morto a Udine durante uno stage in una fabbrica. «Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza fisica o verbale, ma alla coscienza di tutti noi». «Dignità è impedire la violenza sulle donne» e «non essere costretti a scegliere tra lavoro e maternità» ha detto; «dignità è un paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti», «un paese non distratto dinnanzi ai problemi che le persone con disabilità devono affrontare».

«È anzitutto la nostra dignità che ci obbliga a combattere la tratta e la schiavitù degli esseri umani», ha continuato Mattarella, «dignità è il rispetto degli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine», «contrastare la povertà», «un paese libero dalle mafie» e «assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente».

«La dignità dunque come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile» ha detto Mattarella ricordando l’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, morto alcune settimane fa. «Noi insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica. Viva la Repubblica, viva l’Italia» ha concluso.

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