E’ durata meno di 48 ore la detenzione domiciliare del ras di Ponticelli Francesco De Martino.
All’alba di oggi, venerdì 28 gennaio, i carabinieri della stazione di Ponticelli lo hanno arrestato.
Elemento di spicco del clan che porta il suo cognome, il 51enne è stato tradotto al carcere di Secondigliano, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli che ha ripristinato il precedente stato detentivo in carcere. Una condanna e una tempra non compatibili con la detenzione domiciliare, quella di De Martino.
Il 51enne sconterà nel penitenziario napoletano gli ultimi nove mesi di una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso e violenza privata.
Un provvedimento determinato da ragioni strettamente burocratiche, dunque il De Martino non ha commesso alcuna violazione durante il breve periodo trascorso ai domiciliari. Scenario ben diverso rispetto a quello che maturò nell’estate del 2018 quando, beneficiando di un permesso premio, diede man forte ai giovani eredi del clan che porta il suo cognome, nell’ambito della faida contro i clan alleati di Napoli est.
Durante la mattinata di lunedì 25 giugno 2018, gli agenti di polizia sventarono un potenziale agguato mentre stavano effettuando una perquisizione in casa di Ciro Cerrato, uno dei tanti sorvegliati speciali da parte delle forze dell’ordine operanti sul territorio che in quel periodo storico erano particolarmente concentrati ad effettuare perquisizioni in casa di individui finiti nel mirino degli investigatori, perchè ritenuti presumibilmente coinvolti nel vortice di affiliazioni strategiche che vedeva diverse ex figure di spicco della malavita locale parteggiare per il sodalizio criminale composto dai Minichini-Schisa-De Luca Bossa che mirava a sradicare definitivamente il clan De Micco.
Gli agenti notarono quattro persone a bordo di due scooter, armate e con il volto travisato, che tentavano di introdursi nella proprietà del perquisito. Inseguiti e riconosciuti dai poliziotti, tra i quattro artefici del mancato raid era presente anche Francesco De Martino. In quella circostanza fu identificato un altro fedelissimo del clan De Micco, Umberto Dello Iacolo, ed altre due figure ritenute di minore rilievo dagli inquirenti.
Poche ore dopo, Francesco De Martino, fu raggiunto da un proiettile mentre si trova in via Montale, il fortino del suo clan.
Due persone in sella ad una moto, affiancarono De Martino mentre si trovava in strada, in pieno giorno e in presenza di altre persone, e gli hanno esploso contro un solo colpo di pistola.
Francesco De Martino è stimato essere uno dei gregari più fidati del clan De Micco. Padre di tre figli: Antonio “XX”, killer ergastolano che ha contribuito all’ascesa del clan dei “Bodo” mettendo la firma su diversi omicidi eclatanti; Giuseppe, classe 1990, in carcere da marzo del 2015, responsabile insieme ad una dozzina di persone, delle cruente estorsioni perpetrate ai danni di diversi commercianti del quartiere, avvenute negli anni in cui, a suon di intimidazioni, pestaggi, minacce e raid, i De Micco tentavano di affermare la propria egemonia criminale a Ponticelli. E, infine, Salvatore: il figlio minore che ereditò le redini del clan di famiglia quando non aveva ancora compiuto la maggiore età, all’indomani del blitz che a novembre del 2017 decapitò il clan De Micco. Arrestato lo scorso ottobre e scarcerato dal Riesame pochi giorni dopo per alcune incongruenze emerse tra le intercettazioni e le dichiarazioni rese dall’ex affiliato Rosario Rolletta, oggi collaboratore di giustizia, in quella circostanza, il giovane rampollo della famiglia De Martino conquistò la ribalta mediatica perchè fu tratto in arresto nella scuola che aveva abusivamente adibito ad abitazione e che aveva perfino dotato di un sistema di videocamere di sorveglianza.
Una famiglia d’onore dove a curare gli interessi del clan è anche la madre: Carmela Ricci, detta “donna Lina”, arrestata nel 2018, quando gli agenti scoprirono che era la custode dell’arsenali di armi del clan De Micco. Tra le ispiratrici dell’ennesima faida andata in scena a Ponticelli nell’estate del 2021, fu “donna Lina” ad istigare l’atto di ribellione con i quali i De Martino dichiararono guerra ai Minichini-De Luca Bossa-Casella.