Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto interministeriale che rende operativo il Fondo Impresa Donna che mira a rafforzare, come previsto dagli obiettivi del Pnrr, gli investimenti a sostegno dell’imprenditorialità femminile. L’obiettivo è quello di incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese, supportando le loro competenze e creatività per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.
Il Fondo Impresa Donna ha un finanziamento iniziale di 40 milioni. A questi si aggiungeranno le risorse Pnrr, 400 milioni, destinate all’imprenditoria femminile. Il progetto – spiega il Mise – costituisce un intervento cardine inserito tra le linee di intervento del Ministero dello sviluppo economico nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito della missione “Inclusione e coesione”.
Con l’attuazione della misura a sostegno dell’imprenditoria femminile, il Mise raggiunge un altro obiettivo del Pnrr nei tempi stabiliti dal cronoprogramma. Il decreto interministeriale è stato firmato anche dal Ministro dell’Economia e delle Finanze e dal Ministro per le Pari opportunità e la famiglia. Sarà quindi inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.
La bozza del decreto di 21 articoli “divide gli interventi per le imprese femminili in tre assi: ai primi due – nascita e consolidamento – sono assegnati 32,5 milioni; al terzo, diffusione della cultura imprenditoriale e formazione, 6,2 milioni; mentre 1,3 milioni sono destinati alla gestione della misura affidata a Invitalia”.
Gli aiuti sono sia contributi a fondo perduto che finanziamenti agevolati. Quattro le categorie di beneficiari: cooperative e società di persone con almeno il 60% di donne socie; società di capitale con quote e componenti del cda per almeno due terzi di donne; imprese individuali la cui titolare è una donna; lavoratrici autonome.
Ammesse attività nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio e del turismo, per programmi di investimento da realizzare entro due anni e con un tetto di spese ammissibili fissato a 250mila euro per nuove imprese e fino a 400mila per quelle già esistenti.
Ancora non è stata fissata la data di avvio delle domande, se ne occuperà un provvedimento dello Sviluppo economico. Le richieste si faranno online attraverso la piattaforma di Invitalia. Verranno quindi valutate secondo l’ordine cronologico di presentazione dando criteri di merito che vanno dal progetto alle potenzialità di mercato. Un “bonus” sarà assegnato alle iniziative ad alta tecnologia.
All’esaurimento delle risorse, le agevolazioni saranno vengono concesse in misura parziale rispetto all’importo ammissibile. La sede legale e/o operativa dell’impresa, costituita da meno di un anno, deve essere collocata in Italia e sono ammesse anche le persone fisiche che intendono avviare l’attività purché, entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda, trasmettano documentazione sull’avvenuta costituzione. Nel caso di lavoratrici autonome, è l’apertura della partita Iva che va presentata entro i 60 giorni.
Per le agevolazioni, si distingue tra i casi di nascita o di consolidamento dell’impresa. Nel primo caso, si tratta di contributi a fondo perduto che, entro spese ammissibili di 100mila euro, coprono l’80% fino a un massimo di 50mila euro. Per le donne disoccupate la percentuale massima di copertura sale al 90%. Se il programma prevede invece spese superiori a 100mila euro e fino a 250mila euro, la copertura scende al 50%.
Per quanto riguarda gli incentivi per le imprese già esistenti, dunque il consolidamento, per le imprese costituite da almeno un anno e massimo tre le agevolazioni si presentano per il 50% come fondo perduto e per un altro 50% come finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero, fino all’80% delle spese ammissibili.
Se invece l’azienda ha più di tre anni le spese di capitale circolante sono agevolate solo con il fondo perduto, quelle di investimento anche con il finanziamento agevolato. Sono ammissibili le sole spese che risultino sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda oppure, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o dell’apertura della partita Iva. Previsto anche un voucher fino a 5mila euro per impresa da spendere in assistenza tecnica e di gestione dell’impresa (di cui 3mila euro per servizi di Invitalia).
Gli incentivi sono concessi con il regime di esenzione delle regole Ue sugli aiuti di Stato se le imprese hanno i requisiti del regolamento europeo Gber, altrimenti secondo i limiti del “de minimis” (aiuti complessivi per 200mila euro in tre anni). C’è cumulabilità con altri aiuti di Stato. Sono ammissibili spese per per impianti e macchinari, immobilizzazioni immateriali, servizi cloud per la gestione, personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato nell’iniziativa agevolata.
Una dotazione del Fondo è destinata a sostenere iniziative di promozione dell’imprenditoria femminile nelle scuole e nelle università, attività di orientamento e formazione verso percorsi di studio nelle discipline scientifiche e azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile d’impresa.
Ci sono anche alcuni vincoli: tra le cause ostative per l’ammissione ai benefici, si cita il caso in cui i legali rappresentanti o amministratori sono stati condannati con sentenza definitiva per reati che costituiscono motivo di esclusione dagli appalti. Tra i motivi di revoca, c’è il mancato mantenimento dell’investimento o il trasferimento dell’attività prima che siano trascorsi tre anni dal completamento del programma di spesa.