Sono trascorsi 78 anni dal 23 settembre del 1943, data resa celebre dall’immortale sacrificio del Servo di Dio Salvo D’Acquisto, Vice Brigadiere dei Carabinieri. Il militare, insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria ed attualmente , offrì la sua vita in cambio della liberazione di 22 innocenti, rastrellati dalle milizie naziste nella località romana torre di Palidoro, non lontano da Torrimpietra.
Appena 24 ore prima un soldato tedesco fu ucciso e altri due rimasero feriti a causa dell’esplosione di una cassa di munizioni. Benché si fosse trattato di un incidente, le truppe d’invasione lo ritennero una spregiudicata imboscata organizzata dagli italiani.
L’ufficiale nazista al comando, nonostante il militare italiano avesse più volte provato a persuaderlo, ordinò di rastrellare 22 persone a caso tra le abitazioni del piccolo paese della provincia romana e le fece condurre ai piedi della Torre di Palidoro.
Inutile il loro interrogatorio, nessuna delle parole pronunciate fu ascoltata.
I fucili erano già puntati, carichi, ma poco prima che facessero fuoco Salvo D’Acquisto decise di rivolgersi al nazista, offrendo nuove speranze ai 22 innocenti: “Offro la mia vita in cambio della loro liberazione!”. Queste le parole rivolte a gran voce, davanti agli sguardi atterriti e increduli dei condannati a morte, già costretti a scavarsi la fossa con le proprie mani.
La sua immolazione non fu vana e quando alle 17:15 il Feldwevel Hansel Feiten diede l’ordine di far scattare i grilletti, Salvo D’Acquisto regalò nuova vita a 22 anime innocenti ed eterna eco al suo nome. “Viva l’Italia!” gridò poco prima di spirare e oggi, dopo 78 anni da quel giorno, l’Arma dei Carabinieri celebra l’eroismo del vice brigadiere napoletano.
E proprio nella terra che diede i natali all’eroe, allora al comando della stazione Carabinieri di Torrimpietra, il comandante interregionale “Ogaden” Generale di Corpo D’armata Maurizio Detalmo Mezzavilla, insieme al comandante della legione carabinieri “Campania” Generale di Brigata Antonio Jannece e al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli Generale Enrico Scandone, ha adagiato un cuscino di fiori sulla sua tomba, nella basilica di Santa Chiara.
E’ stata successivamente deposta, in presenza del Prefetto di Napoli Marco Valentini, una corona d’alloro sul monumento recentemente restaurato, nella piazza che ha preso il nome del militare e una rappresentanza militare ha reso gli onori all’eroe.