La situazione energetica in Italia e le attività di Napoli per la ricerca
La Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale relativa allo scorso anno è stata da poco pubblicata e ha permesso di scoprire, tra l’altro, che l’Italia ha bisogno di importare quasi i tre quarti dell’energia che consuma: il 73% del totale, per essere precisi. Il rapporto è stato messo a punto da un team di lavoro che è nato ad hoc presso la Direzione Generale per le Infrastrutture e la Sicurezza dei Sistemi Energetici e Geominerari, con rappresentanze di settore e istituzionali esperte a proposito dei problemi affrontati. Il documento testimonia che lo scorso anno la domanda primaria di energia è calata di oltre il 9% rispetto al 2019: effetto, ovviamente, dei due mesi di chiusura imposti dal lockdown. Si parla di 143 milioni e mezzo di tonnellate equivalenti di petrolio.
Le energie rinnovabili
Come si è accennato, resta molto alta la dipendenza energetica dai Paesi stranieri, visto che più del 70% del fabbisogno viene soddisfatto solo grazie alle importazioni nette. Entrando nel dettaglio dell’approvvigionamento di energia, poi, si scopre che esso è formato dalle rinnovabili solo per il 20%, a fronte del 33% rappresentato dal petrolio e dal 40% costituito dal gas naturale. Proprio il ruolo del gas naturale fra il 2019 e il 2020 è cresciuto in modo significativo, e lo stesso dicasi per le energie rinnovabili; si è ridotto, invece, l’impatto del petrolio.
La ricerca per le energie rinnovabili marine di Napoli
Nel porto di Napoli, presso i cantieri navali Palumbo Shipyards, è stato realizzato in scala 1:6.8 il primo prototipo di Hexafloat. Di che cosa si tratta? Stiamo parlando di una piattaforma per turbina eolica galleggiante innovativa di Saipem, con il brevetto in corso. Il prototipo è stato varato in mare un paio di settimane fa anche per merito delle competenze offerte da Deep Sea Technology, società di installazione del capoluogo campano, presso il MareLab. Dietro questa sigla si nasconde il Marine Renewable Energy Laboratory, vale a dire il primo laboratorio di ricerca dedicato alle energie rinnovabili marine per il mar Mediterraneo, con la gestione anche del Cnr e dell’Università degli Studi della Campania. La piattaforma accoglie una turbina eolica Tozzi Green da 10 kW grazie al sostegno offerto dalla Eco-Mac, un’altra società di Napoli.
Il ruolo della città partenopea
Napoli, insomma, si presenta come un punto di riferimento, a livello non solo nazionale ma addirittura internazionale, per la transizione ecologica. MareLab, grazie a un accordo di lungo termine, si trasformerà in un laboratorio avanzato per sviluppare tecnologie destinate al settore delle energie rinnovabili marine. Qui saranno messe a punto soluzioni tecnologiche che poi verranno installate a una notevole distanza dalla costa, nel Mediterraneo. Importante si è rivelata la sinergia in corso tra l’Università della Campania, il Cnr e l’Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno Centrale, nel contesto di una strategia di formazione specialistica.
Lo studio
Grazie a un accordo di collaborazione che è stato stipulato da Saipem e Cnr, lo studio ha permesso di dar vita a un centro di eccellenza per tutto quel che concerne le energie rinnovabili marine, e resterà in prova per altri tre mesi, fino al prossimo ottobre. Il tutto rientra in un piano di ricerca che è stato sviluppato e gestito dal Cnr e ha visto anche la partecipazione dell’Università di Roma Tre, con la facoltà di Ingegneria delle Tecnologie del Mare, e l’Università degli Studi della Campania. Il finanziamento del progetto deriva dal fondo della Ricerca di Sistema Elettrico nel contesto dell’accordo di programma che è stato sottoscritto con il Ministero dello sviluppo Economico. È così che ha visto la luce quello che è a tutti gli effetti il primo modello di turbina eolica galleggiante mai realizzato nel Mediterraneo. Quello che si sta sviluppando è un polo di ricerca di importanza strategica non solo per l’Italia, ma per tutta l’Unione Europea, in un percorso di innovazione tecnologica reso possibile dalle competenze sviluppate nel sistema industriale e nel settore della ricerca. Le borse di studio per i dottorati di ricerca che saranno finanziate permetteranno di far crescere una classe nuova di ingegneri, altamente specializzati e con una formazione elevata, capaci di dare vita a un solido rapporto tra le aziende e il settore della ricerca.
L’energia in Italia
Il ricorso alle fonti rinnovabili è una delle buone pratiche da privilegiare per ridurre il consumo di energia, così come l’impiego dell’illuminazione led e di tutte quelle buone pratiche che ogni cittadino può impiegare per rendere sostenibile il consumo di energia. Il rapporto che abbiamo citato all’inizio ha messo in evidenza un calo degli utilizzi finali di energia in ambito residenziale, con una riduzione di 2 punti percentuali e mezzo, anche se ovviamente gli usi residenziali continuano a essere il settore principale di consumo finale. Segno meno anche per i servizi, con un calo di oltre il 9%, e per il settore industriale, in discesa del 5.4%. Il vero tonfo, però, è stato rilevato nel campo dei trasporti, con una riduzione degli impieghi finali di energia di quasi il 16%. Nella relazione è presente, poi, un focus incentrato sul ruolo della finanza, sulla transizione ecologica e sui rischi collegati al clima.