Da secoli in Italia artigiani e artisti plasmano con le loro mani, grazie alla loro sapiente maestria, la ceramica. Proprio alla valorizzazione di questa vera e propria arte è dedicato il progetto Buongiorno Ceramica, promosso e organizzato da AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica, che si è tenuto dal 15 al 16 maggio 2021 in 45 città italiane, tra cui 7 meravigliose città campane: Napoli, Ariano Irpino, Calitri, Cerreto Sannita, San Lorenzello, Cava de’ Tirreni e Vietri sul Mare.
Buongiorno Ceramica è l’evento, per il secondo anno consecutivo in edizione digitale, che fa dell’arte del modellare e smaltare un viaggio ideale attraverso l’Italia del fatto a mano, delle botteghe d’arte e degli atelier d’artista, della creatività che rinnova la tradizione, degli anziani maestri e dei giovani designer a confronto.
Tra le 45 città c’è anche Napoli col Museo e Real Bosco di Capodimonte e dalla Reale Fabbrica di Capodimonte, il cui nome è fortemente legato alla produzione ceramica divenuta un’eccellenza non solo napoletana ma mondiale. Fu Carlo III di Borbone a fondare la Real Fabbrica e ad insistere affinché si ottenesse la migliore formula per realizzare la porcellana. Sì, perché tra ceramica e porcellana c’è una sostanziale differenza: la seconda deriva dalla prima e si ottiene aggiungendo all’impasto di base altri minerali come il caolino. Ma si differenziano anche nella cottura, poiché la porcellana ha bisogno di temperature molto alte, anche fino ai 1300 gradi, invece la ceramica ha bisogno di temperature inferiori ma tempi più lunghi.
Per l’occasione, nel mostrare le meravigliose ceramiche di Capodimonte, l’Assessorato al Commercio, Mercati e Attività Produttive del Comune di Napoli guidato dalla dott.ssa Rosaria Galiero ha fatto realizzare, grazie alle sapienti mani del maestro Giovanni Carusio, la ‘scarpetta di Cenerentola’ utilizzata come copertina dell’album ‘Cenerentola è nata a Napule‘ dell’artista napoletana Rosa Chiodo. Proprio su quella copertina campeggia la famosa scarpina azzurra concepita dall’artista poliedrico Tony Esposito, percussionista e pittore, che la realizzò prendendo ispirazione da diversi simboli e colori legati alla nostra terra.
Nel video, andato in onda sui canali social della manifestazione, i due artisti raccontano l’idea della scarpina di Cenerentola ispirandosi ai colori delle ceramiche di Capodimonte.
“Quando sono stata informata di questa splendida iniziativa – dice Rosa Chiodo – l’ho accolta con grande emozione anche perché il simbolo di questa scarpa, come copertina del mio album ‘Cenerentola è nata a Napule’, nasce proprio grazie all’incontro con un artigiano napoletano che mi raccontò della favola di Cenerentola: scoprì che Cenerentola era figlia di Napoli. Mi era piaciuta questa iniziativa di creare una sorta di relazione culturale tra tradizione, musica, territorio e poesia a dimostrazione del fatto che l’arte, anche nei secoli, non muta e non teme il tempo anzi rinforza il marchio di fabbrica del nostro territorio mantenendo alta la bandiera del nostro orgoglio. In questo periodo ho seguito il lavoro eccelso fatto dal maestro Carusio sulla scarpina di Cenerentola, sono rimasta ancora una volta incantata della meraviglia di questa arte meravigliosa”.
“Quando la brava artista Rosa Chiodo mi chiese di dipingere una scarpa per il suo album, mi sono fermato innanzitutto sul suo incredibile nome e cognome ‘Rosa’ e ‘Chiodo’, due elementi così contrastanti: la rosa che accarezza, il chiodo che ferisce o costruisce per cui la dolcezza e l’aggressività – sottolinea Tony Esposito -. Pensai di mettere questi due elementi nel dipingere la scarpa. Allora immaginai il misticismo, il cuore sacro dell’ex voto, la preghiera: un elemento così importante per noi meridionali, il cuore sacro. Poi quei simboli africani, animisti, tribali un pò pagani. Avendo un fondo celeste, quel colore mi ricordava quelle bellissime ceramiche dei piatti, le coppe del ‘700 anche di Capodimonte, così decisi di dipingere con un rosa omaggiando il nome di Rosa ma anche il rosa che ricorda i coralli del nostro Mediterraneo perché ho voluto mettere una serie di queste cose con un gusto che naturalmente è mio – quello di Tony Esposito – molto simbolico, molto particolare”.