La storia ha mostrato che gli eventi tendono a ripetersi, siano essi guerre o governi. Una ciclicità esiste anche a livello mondiale: da sempre infatti ci sono stati dei Paesi o imperi che per un certo periodo hanno dominato la scena globale per poi lasciare spazio ai loro successori. Ad esempio, durante il ‘500 la Spagna dominava una buona parte del Pianeta, dopo un po’ venne superata dai Paesi Bassi e nell’800 la principale potenza globale era senza dubbio l’Inghilterra.
Il ‘900 ha visto due grandi potenze contrapporsi a livello economico e ideologico, ma gli Stati Uniti sono di sicuro riusciti ad imporre in maniera più efficace ed estesa la loro influenza.
Tuttavia, molti studiosi si chiedono se da un po’ di tempo il dominio americano sia entrato in crisi e se il ruolo di grande potenza mondiale stia per passare o sia già passato a qualche altro Paese, Cina per prima. I parametri che si possono usare per risolvere questo problema sono quelli economico, militare e politico-ideologico.
A livello militare non si può mettere in dubbio la superiorità americana, Paese con un grande arsenale nucleare e un esercito molto potente, nonostante abbia meno uomini della Cina. Le spese militari americane superano quelle di qualunque altro Paese e quindi rimane difficile trovare rivali almeno da questo punto di vista.
A livello economico, il discorso si fa più complesso, dato che di recente il confronto tra USA e Cina sembra essere alla pari. La grande crescita economica cinese degli ultimi decenni ha di certo modificato gli equilibri commerciali, cosa che si è notata anche con i recenti accordi che alcuni Paesi hanno fatto con il gigante asiatico, quali quello italiano sulla “via della seta”.
Il terzo tipo di potere è quello di attrazione, essenziale per gli Stati Uniti. Infatti, il loro modello di vita che unisce libertà, consumismo e democrazia, sebbene con molte imperfezioni, sembra essere migliore rispetto a quello offerto da altri Paesi come la Cina, che già per la sua forma di governo non lascia spazio a molta libertà.
Di per sé, quindi, il dominio americano nei diversi parametri di influenza appena elencati per ora non può essere messo in discussione. Il potere economico è quello che rischia di più il confronto con la Cina e in quest’ottica possono essere viste le sanzioni che la presidenza Trump ha imposto.
In realtà, secondo molto politologi il problema non è tanto la presenza di nemici, ma la mancanza di voglia degli USA di continuare a svolgere un ruolo globale. Secondo loro, gli Stati Uniti non dovrebbero intervenire solo per proteggere i loro interessi, ma dovrebbero usare il loro potere di attrazione per stimolare il mondo a seguire il loro modello di sviluppo.
Questo non vuol neanche dire intervenire militarmente ovunque, bensì convincere gli stranieri della preferibilità del loro stile di vita.
Chissà se negli anni a venire la potenza americana potrà ancora essere definita tale o se la Cina o altri Paesi la surclasseranno. Si potrebbe quasi scommettere su william-hill. Probabilmente il dubbio non è se ciò accadrà, ma quando.