Dopo il duplice agguato andato in scena nella poco dopo la mezzanotte di domenica 14 marzo, costato la vita al 29enne Giulio Fiorentino e nel quale è rimasto ferito il 23enne Vincenzo Di Costanzo, impazza la faida tra clan.
Nelle ultime ore, si sono verificati due episodi a distanza ravvicinata.
Il primo, l’eclatante ordigno artigianale piazzato all’interno di un cassonetto della spazzatura in via Luigi Crisconio, zona in cui risulta attiva una piazza di spaccio, la più importante gestita dal clan Casella. Lungo la stessa strada, inoltre, vivono diversi cugini dei reggenti della cosca di via Franciosa, oltre alla suocera di uno dei fratelli Casella.
La bomba è esplosa intorno alle 3.40 della notte scorsa, provocando ingenti danni alle auto parcheggiate in zona, oltre che ai vetri delle abitazioni.
In zona, inoltre, vivono anche diverse persone imparentate con una delle giovani figure-simbolo del clan radicatosi nel Rione Conocal.
Il secondo episodio si è consumato nel pomeriggio odierno, giovedì 18 marzo, quindi a poche ore di distanza da raid che ha turbato la quiete notturna dei residenti nella zona di San Rocco, i sicari della camorra sono tornati in azione.
Nel mirino dei killer è finito Ciro Cotugno, 47enne già noto alle forze dell’ordine ed attualmente detenuto agli arresti domiciliari. il 47enne è stato raggiunto da diversi proiettili mentre era affacciato al balcone della sua abitazione in via San Michele, strada che dista poche centinaia di metri dal luogo in cui è avvenuta l’esplosione la scorsa notte.
Dunque, oltre alle “questioni d’onore” che hanno alzato i toni della disputa per il controllo del territorio e scaturite dapprima dal ferimento di Giuseppe Righetto, figura di spicco della malavita ponticellese e fratellastro dei fratelli Casella, e poi all’agguato in cui hanno avuto la peggio due figure di spicco del clan XX, quello inscenato nelle ultime ore ha tutta l’aria di essere un “braccio di ferro” per il controllo della zona di San Rocco. Un’ipotesi che introduce uno scenario ben preciso e incattivito da vecchie ruggini ed acredini tra i Casella e gli ex De Micco: San Rocco ed in particolare via Crisconio erano, infatti, una delle zone-simbolo del potere degli ex Bodo che entrarono in rotta di collisione con la cosca di via Franciosa, proprio per contendersi il controllo di quella zona.
La pax armata sancita dopo una serie di fibrillazioni, vide trionfare i De Micco. Un torto che i Casella hanno riscattato a tempo debito, allorquando il clan dei tatuati è uscito di scena per effetto del blitz che a novembre del 2017 fece scattare le manette per le figure di spicco dei Bodo, decretando la fine della loro era camorristica.
Negli ultimi tempi, soprattutto durante la scorsa estate, nella zone di San Rocco e proprio in via Crisconio si era intensificata la presenza del clan Casella che era così riuscito a riscattare quel “vecchio sogno”. In particolare, in quella zona, la cosca di via Franciosa avrebbe radicato una piazza di spaccio piuttosto prolifera, poi chiusa contestualmente al ferimento di Rodolfo Cardone avvenuto lo scorso ottobre e che di fatto ha decretato l’inizio della faida riesplosa in questi ultimi giorni, dopo uno stop di 4 mesi.
Un conto mai sanato, quindi, quello legato al controllo della zona di San Rocco e riaperto dalla bomba esplosa stanotte che porterebbe l’inequivocabile firma degli “XX”. I giovani eredi del clan De Micco-De Martino, inoltre, negli ultimi giorni avrebbero intensificato la loro presenza proprio in quella zona, teatro degli ultimi due raid avvenuti a meno di 24 ore di distanza, organizzandosi in ronde con il chiaro intento di “stanare” i Casella per vendicare l’agguato andato in scena sabato notte. Non riuscendo ad intercettare bersagli sensibili riconducibili alla cosca di via Franciosa, gli XX avrebbero dunque optato per “l’effetto bomba” lungo una strada sulla quale vogliono che torni a sventolare la bandiera dei De Micco o meglio del clan che ne ha ereditato onori ed oneri.
Un raid intimidatorio eclatante che avrebbe così consegnato un duplice monito ai Casella destinato a rimarcare la l’egemonia territoriale degli XX, palesando che quella deve tornare ad essere zona di competenza degli eredi dei Bodo. Inoltre, non è da escludere che proprio lungo quella strada vivono diversi parenti dei fratelli Casella, il raid potrebbe fungere da avvertimento e mirato a lasciar intendere che laddove non riuscissero a stanare i Casella e le altre figure di spicco dell’organizzazione, perchè vivono barricati nelle loro abitazioni, ancor più da quando è riesplosa la faida, nel pericoloso vortice di vendette, sangue e spari innescatosi da qualche giorno, potrebbero finire proprio i loro parenti.
Non è tardata ad arrivare la replica della controparte che ha portato al ferimento del 47enne Ciro Cotugno, storico e fidato gregario dei De Micco che ha suggellato la sua fedeltà al clan tatuandosi sulla pelle il simbolo identificativo della cosca dei “Bodo”.