Il Cts-comitato tecnico scientifico ha inviato una nota al governo in cui esprime le proprie riserve circa l’efficacia delle normative adottate dall’ultimo Dpcm, al fine di contrastare i contagi da covid.
Per i membri del Cts la chiusura delle scuole non basta per contenere la terza ondata e precisano che è necessario il «rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale» per ridurre «le interazioni fisiche» e «la mobilità» in linea con «quanto avviene in altri paesi europei». Solo così si può tentare di «contenere» la circolazione delle varianti «a maggiore trasmissibilità».
I tecnici chiariscono che «non è stato suggerito alcun lockdown», ma ritengono insufficienti le misure contenute nel nuovo Dpcm entrato in vigore durante la giornata di sabato 6 marzo e molto probabilmente destinato a subire una “revisione” in corso d’opera.
Ulteriori limitazioni potrebbero essere introdotte già a partire dal prossimo weekend.
Tra le novità, la norma che consente ai Governatori di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado quando «l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti». Questo non comporta in automatico il passaggio in zona rossa, come invece il Cts aveva suggerito già l’8 gennaio scorso.
Dopo due mesi però la situazione si è ulteriormente compromessa, questa potrebbe essere la prima novità da introdurre. Il Cts ritiene che l’inasprimento delle misure debba avvenire «indipendentemente dai valori di incidenza»: si rischia, anzi è una certezza, di arrivare sempre troppo tardi rispetto alla velocità del virus. Anche per questo si auspica «la tempestiva conclusione» della revisione dei parametri del monitoraggio, in modo da rendere «più rapida l’azione di contenimento/mitigazione» da attuare sia a livello nazionale che locale.
«Questo mese di marzo non sarà semplice, bisognerà mettere in campo ogni sforzo e ogni energia, unendo tutte le forze per provare a vincere questa battaglia» ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. La principale preoccupazione è la tenuta degli ospedali: i dati confermano l’aumento dei ricoveri tanto nei reparti Covid ordinari che nelle terapie intensive. Il calo significativo dei contagi tra gli over 80 grazie ai vaccini fa però ben sperare anche perché a fine mese arriveranno milioni di dosi.