Si è spento alle ore 20.21 del 17 febbraio 2021, all’età di 79 anni, Raffaele Cutolo, fondatore della NCO – Nuova Camorra Organizzata, uno dei clan più efferati della storia camorristica campana. Era il detenuto più anziano al 41 bis.
Un capo, un boss, capace di condizionare ed affascinare decine di generazioni camorristiche, indottrinando con il suo insegnamento, anche dietro le sbarre, centinaia di giovani leve ed aspiranti malavitosi.
Una figura controversa e complessa che non ha mai palesato alcuna forma di pentimento per i crimini commessi e che trascina con sè nella tomba tantissimi segreti destinati a lasciare irrisolti tanti interrogativi legati agli anni del terrore, quelli in cui a comandare l’entroterra vesuviano e non solo, c’era lui, ‘o professore.
Cutolo è morto all’ospedale Maggiore di Parma. Nell’ultimo periodo era stato più volte trasferito dal carcere al reparto ospedaliero. Nel respingere l’ultima istanza di differimento della pena, avanzata dalla difesa del boss per le condizioni di salute, il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva sottolineato, nel giugno 2020, come le sue condizioni fossero compatibili con la detenzione, ma soprattutto come, nonostante l’età, Cutolo fosse ancora un simbolo.
“Si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”, scrivevano i giudici. E subito proseguivano: “Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo’ per tutti quei gruppi criminali” che continuano a richiamarsi al suo nome.
Un verdetto emesso con raziocinio e supportato dalla faida più sanguinaria della storia della camorra, voluta da Cutolo e che, di fatto, ha decretato centinaia di morti, tra le quali figurano anche quelle di tante vite innocenti ed estranee alle dinamiche camorristiche e non ha caso condannato a 4 ergastoli.
Soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, perché l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere, le gesta di Cutolo sono state narrate in una pellicola cinematografica che ne ripercorre la storia. “Il camorrista” è uno dei film più osannati dai fan della camorra ed ha concorso notevolmente ad accrescere fascino e mistero legati alla figura del boss.
Nel 2016, Cutolo dichiarò che durante il periodo in cui era latitante avrebbe potuto salvare Aldo Moro, ma i politici gli avrebbero ordinato di fermarsi, contrariamente a quanto accaduto per il sequestro di Ciro Cirillo per il quale, invece, il boss sosteneva che fu fatto l’impossibile pur di salvarlo. Un intreccio di misteri mai chiariti, destinati a restare tali.
Icona di omertà, sui social impazzano i tributi alla memoria del “professore” erto a modello da emulare per il fatto che abbia vissuto il resto della vita in carcere, non pentendosi mai e senza lasciarsi scalfire dal pensiero di tradire il codice d’onore della camorra.