Il 7 gennaio terminano le regole anti-contagio stabilite per queste festività dal Decreto di Natale, così le regioni torneranno al sistema a zone rosse, arancioni e gialle. Il 15 gennaio decade anche il Dpcm del 3 dicembre che stabiliva chiusure e misure restrittive. Si attende quindi da parte del governo l’emanazione di nuovi decreti per sostituire quelli in scadenza.
Da mezzogiorno è in corso una riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza, per fare il punto sull’emergenza Covid in vista della scadenza delle misure restrittive messe in campo per le festività. Alla riunione partecipano anche il ministro della Sanità Roberto Speranza e il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia.
Stando alle prime indiscrezioni trapelate, il governo studia una nuova stretta per evitare un eccessivo allentamento delle restrizioni che potrebbe tradursi in un’ulteriore impennata dei contagi, pericolo temuto soprattutto in relazione ai dati degli ultimi giorni. Le prime indiscrezioni parlano di una una zona gialla “rafforzata” a partire dal 7 gennaio con spostamenti limitati tra le regioni, oltre alla possibilità di istituire zone rosse nei weekend in tutta Italia, con negozi, centri commerciali, bar e ristoranti chiusi.
Dall’ultimo monitoraggio dell’Iss, riferito al periodo 22-27 dicembre emerge una curva dei contagi da Covid-19 non ancora sotto controllo: sei regioni presentano un indice di trasmissione Rt pari o sopra l’1. Tre di queste in particolare Veneto, Liguria e Calabria rischierebbero di non uscire dalla zona rossa, mentre Lombardia, Puglia e Basilicata potrebbero finire in zona arancione.
Il ministro della Salute ha già dichiarato che sarà ripristinato il sistema di zone a colori, probabilmente tramite un’ordinanza del ministero. Sarà la Cabina di regia a ridosso dell’Epifania a stabilire il colore da assegnare alle regioni in base ai dati dell’ultimo monitoraggio.
Nell’ultimo bollettino il rapporto tra positivi e tamponi è arrivato a quota 14,1% rispetto al 12,6% del giorno precedente, con 22mila contagi nelle ultime 24 ore, e rimane alto il numero dei morti, 462 deceduti registrati. Anche se la pressione sugli ospedali nelle ultime settimane si è assestata sui livelli di guardia indicati dall’Iss, ovvero 30% di ricoverati in terapia intensiva e 40% negli altri reparti, l’emergenza sanitaria diminuisce con difficoltà.
Le previsioni sono che dal 7 gennaio possano riaprire i negozi con il ripristino dell’orario di chiusura tra le 19,30 e le 20. Rimarrebbero invece chiusi i centri commerciali.
Dopo l’epifania anche bar e ristoranti dovrebbero riaprire, ma fino alle 18 e mantenendo le regole già previste: massimo quattro persone per ogni coperto e obbligo di mascherina quando non si mangia; consentiti asporto e consegna a domicilio.
Così come dal 7 gennaio per gli studenti dovrebbe tornare l’attività in presenza a scuola, anche se al 50% per gli istituti superiori.
Il 15 gennaio verrà molto probabilmente rinnovato il coprifuoco dalle 22 alle 5, l’obbligo di mantenere la mascherina indossata sia all’aperto sia al chiuso e di mantenere la distanza di almeno un metro. Così come rimarrà il divieto di assembramento e la possibilità da parte dei sindaci di chiudere strade e piazze a rischio affollamenti. Inoltre bus e metropolitane continueranno ad operare con riempimento massimo del 50% della loro capienza.
Infine il Cts dovrà valutare il via libera alle attività rimaste chiuse finora come quelle riguardanti i settori dello sport e dello spettacolo. Dopo il rinvio dell’apertura degli impianti sciistici, che avrebbero dovuto riprendere la stagione il 7 gennaio, gli esperti si dovranno esprimere su palestre, piscine, teatri e cinema. Più probabile ad ora la riapertura dei musei con ingressi contingentati.